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L’assist a Bergessio, trattative sfumate e gli elogi di Thiago Motta: Bologna, alla scoperta di Sosa

Si ispira a Godin, ma come Lucas Torreira e un altro ex Bologna, Gaston Ramirez è nato a Fray Bentos, capoluogo del dipartimento di Rio Negro a 300 chilometri da Montevideo. È qui che Joaquin Sosa ha iniziato a giocare da centrocampista nell’Anglo, stessa squadra dove attualmente gioca come portiere Andres, uno dei suoi due fratelli maggiori. Da bambino lo chiamavano El Gringo per i capelli chiari e all’età di 14 anni ha lasciato la sua famiglia per trasferirsi nella capitale per vivere nella pensione del Nacional. Nelle giovanili del Bolso si è spostato in difesa e ha conosciuto un altro difensore arrivato da poco in Italia, ovvero Renzo Orihuela del Palermo, ma anche Satriano.

 

 

Nel 2016 però stava per tornare a Fray Bantos perché mamma Olga voleva che continuasse a studiare. E negli anni successivi non sono mancate le visite a sorpresa nel convitto per controllare come procedessero gli studi, che poi decise di interrompere definitivamente in quarta liceo. Ma di recente Joaco ha rivelato che vorrebbe riprenderli. 

 

Nel 2019 Sosa era stato convocato in Prima Squadra per il ritiro prestagionale agli ordini di Gustavo Munua, ex portiere della Fiorentina, per poi vestire la Celeste al Sudamericano Sub-17. Ad aprile 2021, durante la pandemia è arrivato il suo esordio in Prima Squadra, nella partita più importante della stagione: la finale del campionato uruguaiano contro il Rentistas. Subentrato e schierato da terzino, il classe 2002 è risultato decisivo grazie all’assist per il gol vittoria di Bergessio. E proprio al Rentistas è finito in prestito per giocare la Copa Libertadores. L’anno successivo El Gringo è tornato al Nacional, ma è stato ceduto di nuovo, stavolta al Liverpool di Montevideo con cui ha vinto il Torneo Apertura.

 

Gli elogi di Motta e le trattative sfumate con Hibernian e Spartak Mosca

Baffetti, 187 cm d’altezza, piede mancino e il passaporto italiano, oltre alle 50 presenze in due anni, la scorsa estate per Sosa sono arrivate le prime offerte dall’Europa. Il primo club vicino ad acquistarlo è stato l’Hibernian, ma all’ultimo momento la società scozzese ha comunicato che erano sorti dei problemi relativi a un pagamento che doveva ricevere e in quel momento si è inserito lo Spartak Mosca. La proposta dalla Russia era buona economicamente, c’era l’accordo tra giocatore e club, ma durante la trattativa, la federazione inglese ha bloccato il trasferimento di una cessione dello Spartak al West Ham per motivi legati alla guerra. Senza liquidità, il club russo propose allora di pagare il cartellino in 4 quote semestrali e a quel punto si è inserito il Bologna con un’offerta che ha messo d’accordo tutti. 

 

 

Dopo le prime settimane in panchina con Mihajlovic, Sosa ha esordito in campionato con l’arrivo di Thiago Motta. L’uruguaiano è stata infatti la grande novità dell’ex Spezia durante la seconda gara sulla panchina del Bologna nel ko contro la Juventus. 9 presenze sin qui in Serie A per il numero 4 rossoblù. “Non immaginate quanto mi piaccia, e dopo l’errore l’ho visto ancora più carico per mettere in difficoltà gli avversari. Mi è piaciuto il carattere e l’attitudine è quella giusta, anche se per giocare contro squadre così forti dobbiamo alzare il livello”, queste le parole di Motta dopo l’eliminazione in Coppa Italia con la Lazio a gennaio. Un’iniezione di fiducia per il fraybentino che ha giocato le ultime 4 gare di campionato da titolare e che adesso non vuole fermarsi.

Mattia Zupo

Giornalista pubblicista e studente in Scienze Umanistiche per la Comunicazione. Fiorentino nato a Fiesole nel 1996. Notti magiche, quelle passate a vedere il calcio sudamericano, dove il talento e la garra prevalgono sulla tattica. Uno sguardo al futuro e uno al passato alla ricerca di storie legate al fútbol.

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