“And Solskjaer has won it!“. Beckham e Sheringham non ci sono più, lui invece sì. Vent’anni dopo, dal campo alla panchina. Sempre con il suo Manchester United, sempre per un’altra rimonta Champions entrata nella storia all’ultimo respiro. Nel ’99 era stata la finale dell’assurdo, quella del presidente UEFA Johansson che esce dall’ascensore e non capisce più nulla. Oggi siamo solo agli ottavi, ma tant’è: in 106 precedenti nella competizione, nessuno era mai riuscito a recuperare uno 0-2.
Ole di Norvegia invece sì. Specialista in psicodrammi (per gli avversari: sia il Bayern che il Psg se lo ricorderanno a lungo), rinascite, emozioni. Per il popolo Red Devil non c’è stata ‘golden-sub’ più amata di lui, quand’era attaccante. E anche stasera, il capolavoro del Parc des Princes è nel segno delle seconde leve. Tuchel avrebbe voluto giocarsela con Neymar, vero. Ma che dire dello United? Pogba, Herrera, Martial, Lingard, Mata, Matic. La lista degli indisponibili non è finita, eppure McTominay e Pereira non hanno fatto rimpiangere nessuno.
Inutile dunque appellarsi agli errori individuali (Kehrer e Buffon), alle statistiche (24-6 il conto dei tiri, 72.4% quello del possesso palla, in favore del Psg), ai centimetri (il palo di Di Maria e il gomito di Kimpembe). Ci vuole anche la fortuna, certo. Ma il Manchester United ha vinto con merito. Quello del nuovo allenatore e di un gruppo rigenerato: e Mourinho, chi se lo ricorda più? Dopo lo Special one è arrivato lo special moment. 14 vittorie, due pareggi e una sola sconfitta che oggi fa sorridere (quella dell’andata). Numeri da corazzata, anche negli interpreti chiave: Pogba è tornato dominante e si è riscoperto goleador, Lukaku, l’uomo partita di Parigi, è alla terza doppietta consecutiva.
Ma soprattutto, Solskjaer ha fatto scoprire ai suoi ragazzi cosa vuol dire to be United. Attraverso iniziative semplici e racconti di vita vissuta. La sua. Dal Molde alla Premier, senza chiedere nient’altro che vestire la maglia rossa quando glielo diceva Sir Alex. Anche pochi minuti potevano bastare. Ancora meglio se quelli finali, quando crederci più degli altri fa spesso la differenza. And so he won it again.
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