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Cannavaro alza la coppa: il Sassuolo vince il Torneo di Viareggio

Cannavaro alza la Coppa al cielo. No, non è un ricordo della notte di Berlino del luglio 2006, ma quanto successo oggi pomeriggio al Mannucci di Pontedera, dove Adrian Cannavaro, figlio di Paolo (presente in tribuna) e nipote di Fabio, ha alzato sotto la pioggia la Coppa Carnevale, dopo che il Sassuolo ha vinto la 72esima edizione del Torneo di Viareggio, battendo ai rigori i nigeriani dell’Alex Transfiguration.

 

Crediti: Sassuolo

Questa vittoria è la seconda al Torneo di Viareggio da parte nei neroverdi, bissando il successo del 2017, quando, giocando con Scamacca prima punta, ebbero la meglio sull’Empoli, anche quella volta ai rigori.

Sassuolo di nuovo campione, contro la prima africana in finale

Sassuolo e Alex Transfiguration si sono trovati in finale dopo aver battuto nelle semifinali rispettivamente Atalanta (3-0) e Empoli (ai calci di rigore). I nigeriani, favola del torneo (qui la loro storia), sono la prima squadra africana capace di arrivare all’ultimo atto della competizione, l’undicesima straniera. A trionfare, alla fine, sono stati i neroverdi ai calci di rigore.

Terminata 0-0, la difesa del Sassuolo, guidata da Cannavro e dall’olandese Loeffen (premiato miglior difensore della finale), si è confermata la migliore del torneo, con soli tre gol incassati dal portiere Theiner.

Sassuolo: una vittoria italiana

La vittoria del Sassuolo al Torneo di Viareggio premia il lavoro di una società che da ormai quasi un decennio è una realtà importante del calcio italiano, una società che crede nel proprio settore giovanile, soprattutto italiani, come dimostrato dai loro prodotti del vivaio, Raspadori, Scamacca e Berardi. Nei 28 componenti del Sassuolo campione, infatti, sono presenti solamentre tre stranieri: il già citato Loeffen, prelevato dal Psv Eindhoven, il guinenano Amadou Toure, regista della squadra, e il danese Henriksen.

Crediti: Sassuolo

 La vittoria della squadra di Emmanuel Cascione, ex allenatore della Primavera del Napoli, è una boccata d’aria al termine di una settimana nella quale il sistema calcio italiano, soprattutto a livello giovanile, è stato messo molto in discussione. Il 4-3-3 del Sassuolo è basato sui passaggi corti, sulla volontà di mantenere il controllo della palla, per poi innescare i talentuosi Baldari (2004) e Leone, il più piccolo in campo (classe 2005), il quale rigore si rivelerà poi decisivo per la vittoria finale.

Il canto sotto la pioggia dell’Alex Transfiguration

Al momento dei calci di rigore, l‘Alex Transfiguration ha creato un momento mistico al Mannucci di Pontedera: tutti i componenti della panchina, abbracciati, hanno iniziato a cantare, Invece di sperare, in silenzio, che il tiro del compagno entri, hanno intonato un canto che non si è fermato nemmeno quando il rigore di Ahmed si è stampato sul palo (l’ennesimo, dopo averne colpiti tre nei 120 minuti). Un momento magico che non avrà portato alla vittoria, ma ha catturato sicuramente l’attenzione di tutti i presenti.

 

Infine, a dimostrazione di una finale all’insegna della sportività, è da sottolineare ciò che è avvenuto al termine della premiazione, quando i giocatori di entrambe le squadre hanno posato assieme, abbracciati, con la Coppa

Torneo di Viareggio: i premi individuali

Prima che la Coppa Carnevale fosse consegnata nella mani di Cannavro, sono stati consegnati i premi individuali:

 

  • Allenatore della squadra vincitrice (Premio Sergio Vatta): Emmanuel Cascione (Sassuolo)
  • Miglior difensore della finale: Loeffen (Sassuolo)
  • Miglior difensore del torneo (Premio Mauro Bellugi): Oyedele (Alex Transfiguration)
  • Miglior portiere del torneo: Theiner (Sassuolo)
  • Miglior marcatore è andato: Masia (Bologna, 12 gol)
  • Golden Boy: Ayomide (Alex Transfiguragtion)

A cura di Lorenzo Vero

Lorenzo Vero

Nato all’ombra della Torre Pendente nel giugno del 2000 e studente di Informatica Umanistica. Bastian contrario per natura, ho iniziato a seguire il calcio perché ai miei genitori non piaceva. Sin da quando ero un bambino riempio la testa dei miei amici con aneddoti calcistici di ogni genere. Con gli anni, assieme alla barba, è cresciuta anche la mia passione per questo gioco. L’obiettivo adesso è quello di raccontare in modo veritiero (con il cognome che mi ritrovo…) e appassionante anche la meno appetibile delle partite.

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