Berardi, Locatelli, Frattesi, Raspadori, Acerbi, Scamacca. Se non è tutto oro quel che luccica, poco ci manca per il Sassuolo. L’Italia da sempre ha diversi giocatori di squadre “big” ma negli azzurri di oggi tanti hanno giocato o sono cresciuti nei neroverdi.
In pochi, forse, avrebbero pensato che in una piccola città di poco più di 40.000 abitanti, sarebbero usciti tanti giocatori pronti per la Nazionale. Il percorso dei neroverdi, infatti, parte nel 2013-2014 quando arrivano in Serie A e la politica è subito chiara: puntare e credere nei giovani. Valorizzare i talenti, prima di tutto italiani, è l’obiettivo principale. Tanto del lavoro e delle linee guida arrivano ovviamente dall’amministratore delegato Giovanni Carnevali che in questi anni ha comprato a poco e venduto a tanto.
La linea, poi, è chiara: vincere i campionati giovanili non è semplice perché il paesino è piccolo e vicino ci sono tante realtà più grandi. L’obiettivo, quindi, è far crescere i giovani, avvicinarli il più possibile alla Primavera e poi magari farli arrivare in prima squadra – come accaduto con Berardi, Scamacca e Raspadori – o comunque nel calcio che conta.
Al momento, però, in Italia solo circa il 2% dei calciatori della Primavera giocano in prima squadra: troppo poco per un Paese che negli anni ha cresciuto e sfornato talenti di ogni tipo. Questo perché spesso non vengono ritenuti pronti per giocare o vengono fatti giocare troppo tardi. Le nuove regole, infatti, penalizzano i settori giovanili perché al compimento del 14esimo anno di età vengono svincolati tutti i giocatori e questo indebolisce i club che hanno investito tanto sulle nuove generazioni (come il Sassuolo). Il club degli Squinzi, comunque, con le direttive chiare di Carnevali e con il responsabile del settore giovanile Francesco Palmieri, sta provando a cambiare le ambizioni in Italia già da diversi anni.
I neroverdi, comunque, sono uno di quei club che stanno provando a cambiare le cose. Ci sono, infatti, diversi giocatori in giro in prestito per l’Italia. A differenza di Berardi e Raspadori (ora al Napoli), però, che hanno giocato solo al Sassuolo e non sono mai andati in prestito, ci sono giocatori che sono andati via e tornati alla base. Uno di questi è sicuramente Gianluca Scamacca – arrivato nel 2017-2018 dalle giovanili del PSV – che è andato in prestito alla Cremonese, allo Zwolle, all’Ascoli e al Genoa, prima di ritornare a Sassuolo.
Quest’anno, poi, ci sono diversi giocatori in prestito: Turati (classe 2001) al Frosinone, Antiste (classe 2001, ex Spezia) alla Reggiana, Moro (classe 2000) allo Spezia, Flamingo (classe 2003) all’Utrecht, D’Andrea (classe 2004) al Catanzaro, Ciervo (classe 2002) al Sudtirol, Paz (classe 2002) al Perugia, Russo (classe 2001) al Trento, Pellegrini (classe 2001) al Vicenza, Manzari (classe 2001) all’Ascoli, Marginean (classe 2001) alla Ternana, Saccani (classe 2001) alla Turris, Miranda (classe 2003) al Catanzaro, Pieragnolo (classe 2003) alla Reggiana, Mercati (classe 2002) al Gubbio, Aucelli (classe 2002) alla Pergolettese e Bryan Bonucci (classe 2004) al Cjarlins Muzane.
Tutti giocatori che, in un modo o nell’altro, possono essere il futuro del Sassuolo: a livello tecnico, ma anche economico dato che la sostenibilità del club è un punto cardine per la società neroverde.
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