Interviste e Storie

Settemila pisani a Reggio Emilia: diario di una trasferta storica

Il racconto della trasferta dei tifosi nerazzurri per il big match di Serie B contro il Sassuolo

Avete presente la sensazione di essere consapevoli di star vivendo un giorno storico? D’altronde, la tua squadra del cuore è in procinto di giocare una delle partite più importanti della sua storia recente. Sassuolo-Pisa: prima contro seconda in classifica in Serie B. Le giornate passano, il sogno si avvicina: l’occasione è troppo ghiotta per non esserci.

Bimbi mettete le sveglie che escono i biglietti” questi i messaggi le settimane precedenti. Tutti davanti al computer: il sito è in tilt! “Ma ce l’avete fatta?” In qualche modo, sì. C’è sempre l’amico che ne prende quattro, sulla (poca) fiducia verso l’altro.

Quattromila biglietti a disposizione, tutti esauriti nel giro di un’ora e quaranta. Nessuno vuole perdersi la partita. E quindi? Gli altri che vogliono venire? Nei distinti! Seimila, settemila. Non si contano più i tifosi. Sabato primo marzo è stato un esodo nerazzurro verso Reggio Emilia.

E’ il momento dei confronti: tra chi si è voluto fermare la sera prima, chi si è recato a pranzo, invadendo i ristoranti nelle vicinanze del Mapei Stadium, chi invece vuole arrivare all’ultimo. Arriviamo alle 15:30 circa, è già calca pisana fuori dallo stadio.

I tifosi iniziano a entrare all’apertura dei cancelli, con lauto anticipo rispetto al fischio d’inizio. Da questo momento è bello scrutare gli occhi della gente: è possibile notare chi è maggiormente euforico, contento di vivere una giornata… particolare, i maggiormente mansueti, tesi e silenziosi in vista della classifica e i sognatori, con gli occhi lucidi e spalancati, probabilmente la loro prima volta allo stadio. Ma è anche grazie a queste partite che nascono le passioni.

“Abbiamo mosso un popolo”

Una volta dentro, gli applausi all’ingresso della squadra per il riscaldamento costringono lo speaker ad alzare il volume degli alto parlanti al massimo. Ma a quel punto diventa una sfida a chi aumenta maggiormente i decibel. E l’uomo batte la macchina.

Ma il meglio deve ancora venire, e viene al calcio d’inizio. Un’esplosione di colore, una coreografia che tappezza l’intero settore di nerazzurro, e una scritta che domina: “Il nerazzurro della mia sciarpa ovunque porterò”.

Sul campo, a vincere è il Sassuolo. Un colpo di testa di Moro decide la partita al ventiquattresimo minuto. La squadra di Inzaghi ci prova nel secondo tempo, colpendo anche una traversa con Meister al novantesimo minuto. Ma sono i neroverdi a conquistare un successo che li proietta molto vicini al ritorno in Serie A.

Al triplice fischio sono i musi lunghi i protagonisti nel volto dei calciatori, che si recano, in un’azione mista tra il ringraziare e il cercare conforto, verso i propri tifosi. Nessuno scoraggiamento per la partita al vertice persa: “Vi vogliamo così!” è il coro che parte, in un sottofondo di applausi.  E Inzaghi apprezza dopo la partita: “Abbiamo mosso un popolo, sono emozionato e orgoglioso per averci detto quello al termine della partita”.

E’ il momento del rientro. La stanchezza c’è, il risultato non è stato positivo, però è difficile vedere amarezza. D’altronde chi c’era è stato testimone di una parte di storia della propria squadra.

Lorenzo Vero

Nato all’ombra della Torre Pendente nel giugno del 2000 e studente di Informatica Umanistica. Bastian contrario per natura, ho iniziato a seguire il calcio perché ai miei genitori non piaceva. Sin da quando ero un bambino riempio la testa dei miei amici con aneddoti calcistici di ogni genere. Con gli anni, assieme alla barba, è cresciuta anche la mia passione per questo gioco. L’obiettivo adesso è quello di raccontare in modo veritiero (con il cognome che mi ritrovo…) e appassionante anche la meno appetibile delle partite.

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