Collaborare per innovare, è questo il mantra di Milan e Inter per il progetto del nuovo stadio. Oggi 27 settembre si è svolto a Milano l’incontro per la presentazione delle tappe per illustrare i dettagli dei lavori, che prevedono anche la demolizione completa dell’attuale stadio.
Gli incontri in programma saranno 13, aperti a tutti i cittadini milanesi. Cinque saranno pubblici e riguarderanno gli aspetti più rilevanti, altri cinque saranno di approfondimento per cose più specifiche e poi gli altri colloqui saranno dedicati alle ‘attività nel quartiere’ di San Siro durante le quali ci saranno dei sopralluoghi e dei laboratori aperti ai cittadini. La parola d’ordine sarà la “sostenibilità economica e sociale”. “L’obbiettivo è quello di presentare alla città la proposta dei due club calcistici Milan e Inter per il nuovo stadio Meazza, raccogliere osservazioni, proposte ed eventuali criticità” – dice Andrea Pillon, coordinatore del dibattito. Il nuovo progetto punta ad iniziare i lavori per il 2024 per poi inaugurare la Cattedrale (questo il nome del nuovo stadio) a partire dalla stagione 2027/28. Una volta terminate tutte le tappe, i due club avranno l’obbligo di completare e consegnare il dossier entro due mesi.
L’amministratore delegato dell’inter ha spiegato quelle che sono le novità rispetto al progetto iniziale: “Il nuovo impianto sarà un punto di arrivo e rispetto al progetto iniziale i club hanno rimodulato le volumetrie per più di un terzo, abbiamo più che raddoppiato il verde. Vorrei ricordare che questa diventerà una zona a traffico limitato, forse la più grande di Milano”. Il dirigente ha poi ribadito l’importanza del progetto anche per la piazza, oltre che per le squadre: “Riteniamo il nuovo stadio possa essere un valore aggiunto non solo per i club ma anche per i cittadini. L‘intenzione è che i club continuino a investire a Milano e per Milano. Per Milano si intende non solo per i tifosi ma anche per la cittadinanza. L’investimento sarà di circa 1 miliardo e 300 milioni di euro, e garantirà migliaia di posti di lavoro. Gli obiettivi sono chiaramente sportivi perché lo stadio ormai è un elemento imprescindibile per migliorare. Ma oltre a ciò ci sono obiettivi di natura ambientale, sociale e sostenibile. La sostenibilità è fondamentale in progetti come questi”.
Il presidente del Milan Paolo Scaroni ha spiegato invece i motivi che non permettono la ristrutturazione di San Siro: “Io vorrei spiegare perché non si può ristrutturare San Siro. Ci sono vari motivi, ma mi limito a dire questo: come facciamo a giocare 50 partite più altre eventi con un mega cantiere in cui ogni sei giorni entrano 50 mila persone? Vi assicuro che questa cosa è impossibile e molto pericolosa. Tutte le ristrutturazioni sono avvenute dove c’era un solo club e dove c’era uno stadio vicino in cui traslocare per un certo periodo. Ogni volta che sento dire perché non ristrutturiamo San Siro penso che chi lo dice o non ha riflettuto fino in fondo oppure non vuole fare niente. Per noi è un’ipotesi impossibile. Quindi o facciamo il nuovo stadio a San Siro oppure lo facciamo da un’altra parte“.
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