All’ennesima rovesciata applaude pure Inzaghi, che poi sorride e guarda i suoi collaboratori a bordocampo. Sussurra qualcosa di intuibile. Una di quelle smorfie da chi non è sorpreso, bensì divertito, o soddisfatto dell’andamento dei suoi. Uno in particolare: “Sandro” Rossi, punta del ’97. Stella della “pre-season” della Lazio con 10 gol in due partite. Rivelazione, sorpresa. Anche se per Inzaghi non è mai stato così, per questo risponde ai “wow” della tribuna con un bel sorriso, decisamente compiaciuto, quasi da “furbetto”. Perché Inzaghi lo sa, l’ha sempre saputo, lo dirà ancora: Alessandro Rossi vale molto. Nessuna sorpresa.
Ennesima perla durante l’allenamento ed ennesima dimostrazione della sua “fame” di arrivare, si allena a mille e convince. Rossi, a quest’ora, dovrebbe essere tra le fila del Lucerna, pronto a un nuovo prestito dopo quello alla Salernitana l’anno scorso (3 gol in 27 gare, non male per un ’97). Invece no. Lotito si è mezzo in mezzo e ha bloccato tutto: “Rossi non si muove”. Punto. E almeno per ora resta alla Lazio, in attesa di conoscere il suo futuro. Tare ci ha parlato ribadendogli la fiducia della società. Rossi vuole giocare, non è un mistero, un giovane talento deve crescere così, ma per Inzaghi resta una risorsa (in attesa del mercato). E lui prova a “metterlo in difficoltà” con semirovesciate e gol, mentre il ds studia e osserva dalla “tribunetta”. L’anno scorso, dopo averlo visto ad Auronzo, la Lazio lo portò anche in Austria per la seconda fase del ritiro. Stavolta potrebbe “bissare” la convocazione partendo per Marienfeld. Mai dire mai.
Rossi va più in alto di tutti, lassù a prendere palloni, tra l’altro gli viene naturale: suo nonno giocava a basket ed era in nazionale, sua madre in Serie A. Lui era bravino ma preferiva il calcio, come sua sorella: “Anche lei non era male”. Meglio Sandro però, star della sua Viterbo e di un torneo concluso da bomber, dove venne premiato da Lotito. “Che fai, vieni alla Lazio?”. Tutto vero. Giovanili, Primavera, su e giù da Viterbo studiando in treno, inseguendo una promessa fatta ai genitori: “Diventerò un calciatore”. Rossi segna e sogna. Uno scout del City viene anche a visionarlo, mentre Inzaghi lo fa esordire in A contro il Crotone: “Mi ha detto di entrare e fare l’inferno”. Detto, fatto. Ad Auronzo solo fiamme. E rovesciate simili per toccare pure il Paradiso.
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