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Chi è Ronwen Williams, il pararigori sudafricano candidato al Premio Yashin

La più grande sorpresa tra i nominati dalla giuria di France Football per i premi della cerimonia del Pallone d’Oro arriva dal Sudafrica. Un Paese tanto grande quanto invisibile agli occhi del mondo, che troppo spesso si dimentica dell’Africa. anche quando si parla di calcio. Per questo, tra i grandi nomi del calcio europeo, potrebbe quasi sembrare un intruso quello di Ronwen Williams, portiere del Mamelodi Sundowns e della Nazionale sudafricana. Sconosciuto ai più, il classe ’92 fa parte della lista dei candidati al Trofeo Yashin per il miglior portiere del 2024. Riconoscimento che è frutto di un’impresa in Coppa d’Africa e di una stagione in cui si è consacrato come idolo e simbolo in patria.

 

Chi è Ronwen Williams

Donnarumma, il Dibu Martinez, Maignan, Sommer, Diogo Costa, Kobel, Lunin, Mamardashvili, Unai Simon e… Ronwen Williams. Molti si saranno chiesti chi fosse il portiere sudafricano, quando lo hanno visto tra i dieci candidati al Premio Yashin. Se in Europa si presenta da semisconosciuto, in Africa è sempre più una star dopo una stagione eccellente. In patria è noto già da tempo. Gioca infatti in Nazionale dal 2014 e da due stagioni anche nel Mamelodi Sundowns, la squadra più titolata del Paese, con cui ha vinto gli ultimi due campionati. Non solo, perché negli ultimi mesi Williams si è messo in mostra all’intero continente.

 

 

Prima la vittoria dell’edizione inaugurale dell’African Football League, un torneo voluto dalla FIFA tra le otto squadre più importanti del continente. Poi la semifinale della CAF Champions League, la Coppa Campioni africana. Nel mezzo un’impresa nell’ultima Coppa d’Africa, dove ha trascinato il suo Sudafrica a un importantissimo terzo posto grazie alla specialità della casa: i rigori. Ai quarti di finale contro Capo Verde sono stati ben 4 su 5 i tiri dal dischetto parati da Williams, che sono valsi l’approdo in semifinale. Mai nessuno, in una fase finale di una competizione continentale, era riuscito a parare tanti rigori nella sequenza decisiva. Anche la finalina per il bronzo, dopo la sconfitta in semifinale con la Nigeria di Osimhen, si è decisa dagli undici metri e ancora una volta lui è stato protagonista ed eroe con due parate. Impresa che gli è valsa un altro primato: quello di primo africano che gioca nel proprio continente a essere nominato per il Premio Yashin.

 

Idolo dentro e fuori dal campo

A 32 anni, per lui è stata la stagione delle prime volte. La nomination di France Football il coronamento di una carriera vissuta interamente in Sudafrica. Anche per questo è diventato un idolo nel suo Paese, dove ora viene celebrato per il traguardo raggiunto. Non solo però vittorie e rigori parati. Ronwen non si è mai dimenticato della sua gente e si distingue anche per il suo impegno nel sociale, dove è attivo con una fondazione nata da lui stesso. La “Ronwen 30 Foundation” – che da lui prende il nome e il numero di maglia – si dedica ai bambini sudafricani e utilizza proprio il calcio come strumento di educazione. Perché, diceva Nelson Mandela, “lo sport ha il potere di cambiare il mondo”. Questo Ronwen lo sapeva già e l’ha potuto sperimentare ancora con l’affetto ricevuto negli ultimi giorni. Il prossimo 28 ottobre a Parigi, in mezzo ai grandi campioni del calcio mondiale, ci sarà anche lui. Ma per il portiere ci sarà il sostegno una nazione intera che, grazie a Ronwell Williams, è diventata finalmente grande agli occhi del mondo.

 

Simone Solenghi

Nato nel 2003 e cresciuto a Piacenza, da sempre vivo a San Nicolò, il paese degli Inzaghi. Mi accomuna a loro la passione per il calcio, nata dalla prima volta in cui andai allo stadio con mio nonno. Con la palla non ho la stessa qualità, quindi ho preferito passare dal campo alla tastiera. Dalle telecronache delle mie partite alla playstation sono così passato ai primi articoli su Serie C e D. Il racconto dello sport mi affascina da sempre, ora sogno di farne il mio lavoro.

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