Roma, Leandro Paredes (Imago)
Tra passato, presente e futuro il numero 16 della Roma si è raccontato ai microfoni della Gazzetta dello Sport: le parole di Paredes.
Si avvicina il derby della Capitale. Ancora una volta si affronteranno la Lazio di Marco Baroni e la Roma di Claudio Ranieri. Tra i protagonisti ci sarà anche Leandro Paredes pronto al sesto derby in carriera.
Il numero 16 della Roma ha raccontato come vive questo importante match ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Spazio anche ad aneddoti sul passato e quale rivelazione sul futuro.
“Ho tanti ricordi ma penso sempre che la partita migliore sia la prossima. Sappiamo quanto vale per la città, per la Roma, per la classifica e per i tifosi. Come si vince un derby? Come abbiamo vinto gli altri: giocando bene, con mentalità e un po’ di furbizia che abbiamo avuto sempre in questo tipo di partite“, ha esordito Paredes.
E poi un confronto tra derby a cui tiene molto: “Sì, questo derby mi ricorda Boca-River, anche per come lo vive la gente, la città, è un derby molto simile a quello argentino. Ogni volta che parlo del Boca mi vengono i brividi, è qualcosa di particolare. Bisogna viverlo per sapere cosa significa, bisogna stare in curva o in campo. Ci tengo molto a questa sfida: sarà una gara difficile ma anche molto bella da giocare“.
Paredes parla del rapporto con Ranieri e della sua scelta di rimanere a Roma al posto di tornare in Argentina: “Ranieri è stato molto importante, mi ha fatto tornare a giocare. È vero, in quei due mesi con Juric ho fatto di tutto per tornare al Boca. E anche la Roma mi aveva detto che se le cose fossero continuate così, avrei potuto iniziare cercarmi un’altra squadra“.
Il classe ’94 commenta poi le parole di Ranieri che lo aveva definito un monumento: “Per me la fiducia di un allenatore è la cosa più importante. E in quel momento lì, con il mister appena arrivato, ne avevo davvero bisogno. Quelle parole mi hanno dato la forza di andare avanti“.
Paredes continua poi parlando della corsa per l’Europa: “Scelgo sempre di crederci, è una frase che mi sono anche tatuato. Nonostante i problemi siamo sempre stati convinti della nostra forza. In quel momento eravamo dispiaciuti per come stavano andando le cose, ma conoscevamo le nostre qualità“.
Il grande sogno sarebbe la qualificazione in Champions League: “Ci proveremo fino alla fine. Ma per riuscirci dovremo dare il 110%, davanti abbiamo delle squadre fortissime. E daremo il massimo anche per vincere gli scontri diretti, che possono essere decisivi“.
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