Interviste e Storie

Salerno, la Macedonia e (tanta) grinta da vendere: chi è Luca Rodolfo

Luca Rodolfo, portiere della Salernitana (Credits Photo: Prospero Scolpini US Salernitana)

Il portiere classe ’06 della Sampdoria è stato ceduto in prestito secco alla Salernitana. Su di lui ci sono stati gli interessi di Palermo, Livorno e Schalke 04

Emergere tra i coetanei per guadagnare un posto tra i grandi. Luca Rodolfo brilla tra i pali della Salernitana e sogna, oggi più che mai, di diventare un ‘top’ di categoria.

Il portiere, classe 2006, è arrivato in Campania dalla Sampdoria che ha deciso di cederlo in prestito secco. Nasce in Italia da padre italiano e mamma macedone. La scelta della nazionale? Ci torniamo dopo.

Rodolfo è un portiere ambidestro con un buon posizionamento. La prima squadra l’ha sfiorata, vedasi la convocazione contro il Bari.

Ma com’è normale che sia, almeno per il momento, si è dovuto accontentare della panchina. Ma dicevamo: Rodolfo è un punto fermo della sua Salernitana in Primavera 2. Vedasi i diversi interventi che hanno salvato a più riprese la squadra.

Dal Palermo allo Schalke 04, Rodolfo piace in Europa

Il portiere ha già i riflettori puntati addosso. La Sampdoria potrebbe presentargli un contratto e tenerlo, almeno, in panchina. Il giocatore era seguito da diversi club in Italia e non solo.

Dal Palermo in Serie B al Livorno in D (dove, vista la regola under, avrebbe potuto occupare il posto da titolare) passando per lo Schalke 04 in Zweite Bundesliga, ovvero la seconda divisione del campionato tedesco.

Luca Rodolfo, portiere della Salernitana (Credits Photo: Prospero Scolpini US Salernitana)

Italia? No, grazie. Ecco la Macedonia

Torniamo all’origine. Ricordate la Nazionale? Ecco. Per tanti risulterà sorprendente ma il portiere – nonostante la giovane età – ha le idee ben chiare in testa: Italia, no grazie. Rodolfo ha scelto la Macedonia.

Una scelta di vita. D’altronde coraggiosa, vista la storia e il blasone (nettamente diverso) tra le due realtà sportive. Ma è da qui che nasce questa decisione. Per la voglia di emergere, brillare. E prendersi i grandi palcoscenici del calcio italiano. E non solo…

Davide Balestra

Nato nel 2000 a San Benedetto del Tronto. Di sangue metà pugliese e metà marchigiano ma con inflessione dialettale praticamente neutra. Figlio della Generazione Z, la stessa che ha partorito calciatori del calibro di Haaland, Vinícius Júnior o Tonali. Al tentativo di replicare le loro giocate sul campo di calcetto ho preferito il portatile o il microfono, quest’ultimo, da un po’ fedele compagno di viaggio. Poca retorica: le emozioni che trasmette un campo di calcio non sono quantificabili. E a me piace raccontarle, che sia attraverso una tastiera o una telecamera puntata in volto. Ansie, timori e paure fanno parte del percorso. Cerco di superarle con umiltà, virtù che, con il tempo, sto rendendo un mio mantra.

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