Gianluca Rocchi, designatore arbitrale AIA
Le parole del designatore arbitrale Gianluca Rocchi nell’intervista a OpenVar, in cui ha commentato la prima parte di stagione dei direttori di gara
Al termine del derby tra Roma e Lazio, vinto dai giallorossi per 2-0, è andata in onda la consueta puntata di OpenVar. Ospite Gianluca Rocchi, che ha commentato la prima parte di stagione disputata dai direttori di gara.
“Faccio i complimenti a Pairetto e la sua squadra, che ha dovuto sostituire all’improvviso il collega infortunato“, ha esordito Rocchi.
Che ha poi continuato dicendo: “A livello generale possiamo fare meglio. La linea di intervento che abbiamo preso mi piace molto, ovvero quella di punire i reali rigori, falli e falli di gioco. Rigorini? Non esistono. È rigore sì o rigore no. Siamo nella media dell’anno scorso“.
Tanti gli spunti interessanti arrivati nel corso della puntata, tra domande curiose e riflessioni sul futuro.
“Abbiamo 46 arbitri, 35 di questi hanno già arbitrato una gara in Serie A. In altri campionati ne hanno 18. Questo ci permette di migliorare l’organico, infatti abbiamo arbitri molto giovani già a livello internazionale. Se un arbitro sta bene è giusto affidargli partite importanti“, ha spiegato Rocchi.
Che ha poi aggiunto: “Con il Var a livello di chiamate siamo in linea con le altre stagioni. Stanno diminuendo le onfield review, il che vuol dire che in campo stiamo migliorando“. Sui rigori: “Io vorrei eliminare quelli meno gravi. Siamo simili con i dati a livello europeo e se usiamo lo stesso metro dell’Europa, sarà più facile per le nostre squadre disputare quelle competizioni“.
“Sono moderatamente soddisfatto di arbitro e Var. Non eravamo partiti bene, adesso siamo migliorati. Il Var può intervenire sempre, ma la filosofia è di togliere l’errore macroscopico. Chi decide chi interviene? Var e Avar. Stiamo facendo un gruppo solo di Var, così più professionisti avremo e meno problemi ci saranno“, ha dichiarato Rocchi. E sui casi di razzismo: “Non possiamo accettarli, ho raccomandato severità massima. Quando succede il giocatore informa l’arbitro, che ferma la partita“.
In conclusione: “Sono preoccupato per una cosa, l’insofferenza all’errore: si pensa che la tecnologia tolga l’errore dal campo. Non è così. Una piccola parte rimarrà così. Il 92% dell’errore lo toglie, ma l’8% resta“. Sul Var a chiamata: “Non è un problema nostro. Deresponsabilizzerebbe il Var“.
Anjorin-Politano: “Rigore che in dinamica ci può stare; non è uno step on foot ma un rigore da dinamica, che concede l’arbitro. Rimaniamo nell’alveo dell’interpretazione, non mi sento di colpevolizzare l’arbitro, un rigore che abbiamo giustamente lasciato“.
Mckennie-Monza: “Rigore non chiaro, non si capisce punto di contatto, manca immagine chiara se sia dentro o fuori area. Per un intervento VAR ci dev’essere una chiarezza che qui non c’è“.
Anguissa-Dumfries: “Il rigore di Inter-Napoli non è materia da VAR: è un rigore che live avremmo dato tutti, l’arbitro peraltro è posizionato bene, questa non è una decisione su cui secondo me il VAR debba intervenire“.
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