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Mancini, nuovo ruolo per la sua Samp. Ma il futuro è ancora da allenatore

Roberto Mancini (Imago)

Tutti i dettagli sul nuovo ruolo di Mancini, che non smette di allenare ma che aiuterà la Sampdoria nell’ultima parte di stagione

Come nelle più romantiche delle favole, nel momento di maggiore difficoltà della storia recente della Sampdoria, Roberto Mancini è tornato per mettersi a disposizione della squadra a cui ha legato gran parte della propria carriera.

Come già raccontato, in seguito all’esonero di Semplici non sarà lui il nuovo allenatore. In panchina ci andrà un suo fedelissimo come Alberico Evani, ma l’ex c.t. della Nazionale ricoprirà il ruolo di direttore dell’area tecnica, affiancando il presidente Matteo Manfredi come suo consulente di fiducia.

Mancini sarà quindi una figura di riferimento per la squadra in questi ultimi due mesi di stagione, facendosi vedere spesso dalle parti di Bogliasco. Assieme ai suoi ex compagni in blucerchiato proverà ad aiutare la sua Samp, che ora ha sei partite a disposizione per conquistare la salvezza ed evitare la prima retrocessione in Serie C della propria storia.

Questo però non sarà l’inizio una terza vita calcistica con un nuovo ruolo da dirigente. Infatti, dopo questo periodo, l’intenzione di Mancini è quella di continuare ad allenare in futuro.

Roberto Mancini ed Alberico Evani ai tempi della Nazionale

La nuova Sampdoria con Roberto Mancini

Il ritorno di Mancini porta una vera e propria rivoluzione in casa Sampdoria che, dopo l’ultima sconfitta contro lo Spezia, ha salutato Semplici e il ds Accardi. La panchina è stata affidata ad Evani, che sarà affiancato da uno staff di fedelissimi, suoi e di Mancini. Insieme ad Attilio Lombardo nel ruolo di vice, con lui ci saranno Angelo Gregucci come collaboratore tecnico e Paolo Bertelli come preparatore atletico.

L’altra novità sarà in dirigenza, dove oltre a Roberto Mancini ci sarà il figlio Andrea, che entrerà nell’area tecnica col ruolo di direttore sportivo, ruolo già ricoperto in blucerchiato la scorsa stagione.

Gianluca Di Marzio

Ci ho messo più di trent'anni per tornare dove sono nato. Non conoscevo le strade, non sapevo a memoria le vie, ricordavo solo il nome della clinica -Villa Stabia- dove mia madre mi aveva dato alla luce. Più di trent'anni sì, non proprio un figlio modello per la mia città, Castellammare di Stabia, una trentina di chilometri da Napoli. Lì sono nato il 28 marzo del 1974, sono Ariete per gli amanti dei segni zodiacali, non chiedetemi l'ora e comunque non sono un fanatico degli ascendenti.

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