“Juve-Inter è la partita più sentita. Intensità e concentrazione durante la settimana sono diverse dal solito, la tensione è alta già dai giorni precedenti. Non vedi l’ora di essere in campo”. Voce nostalgica di chi non ne giocherà più, ma fiera di chi ne ha giocati diversi. A parlare è Andrea Ranocchia, ex difensore dell’Inter, che in nerazzurro ha affrontato sei volte la Juventus. Una sola vittoria, ma memorabile: quella del novembre 2012 per 1-3, prima sconfitta all’Allianz Stadium per i bianconeri. “Fu la mia vittoria più importante. Farlo allo Stadium è stato bellissimo”, racconta Ranocchia a gianlucadimarzio.com. Ma ci torneremo.
Che Juve-Inter non sia una partita come le altre, si sa. Lo dice la storia, la rivalità e quest’anno anche la classifica. “È la partita più sentita. Alla pari del derby, ma – anche per i fatti legati al post 2006 – è quella più attesa. In settimana si respira la storia del match, intensità e concentrazione sono più alte, è una partita che senti già prima. Il giorno precedente la tensione è più alta, non vedi l’ora di essere in campo. Ma giocarla è divertente”.
Sei sfide contro la Juve per lui, due da capitano dei nerazzurri. “L’1-3 allo Stadium è la vittoria più bella, la più importante. Loro viaggiavano verso il record di vittorie consecutive, hanno perso l’imbattibilità in casa dopo 49 partite. Non eravamo partiti benissimo, la Juve era una squadra solida e difficile da affrontare. Batterli lì ha un altro sapore. Quell’Inter aveva ancora campioni del Triplete come Milito, Cambiasso e Zanetti, che di sfide così ne avevano giocate tantissime. Quel giorno hanno dato qualcosa in più a noi giovani e anche a Stramaccioni, alla sua prima esperienza importante. Ricordo che Zanetti – come era sempre abituato a fare – non mollava nulla, ma era il primo che pensava di poterla ribaltare dopo l’1-0 iniziale”.
Domenica sarà un match con protagonisti, rose e valori in campo differenti rispetto a quel 2012, ma Ranocchia ha pochi dubbi. “Penso che la partita sarà lo specchio di quanto le due squadre hanno fatto vedere in questa prima parte di campionato. Due rose di valore, due squadre forti. All’Inter piace tenere palla. Crea tantissime occasioni perché ha giocatori di esperienza, di personalità, ma anche bravi nell’uno contro uno. Credo che il copione sarà con l’Inter che terrà palla e proverà a costruire, la Juve che si difenderà benissimo e sarà pronta a colpire in ripartenza. Non penso che gli allenatori cambieranno qualcosa, visto l’ottimo cammino fatto fin qui”.
Da Lautaro Martinez a Vlahovic, passando per Chiesa e Thuram. Saranno tanti i top player in campo. “Sì, ma l’Inter ha un centrocampo tra i migliori in Europa. Oltre ai titolari, ci sono anche giocatori di grande qualità in panchina. Chi può essere l’uomo chiave? Barella si esalta in queste partite e dà sempre qualcosina in più. Lui è un amico, mi auguro che sia il valore aggiunto per l’Inter. Ma c’è tanta qualità, Inzaghi ha una panchina lunga e da interista mi auguro vada bene”.
31 punti in classifica, qualificazione agli ottavi di Champions League ottenuta con due giornate d’anticipo. Il cammino dell’Inter è stato fin qui positivo e sulla scia della passata stagione, quando la società nerazzurra ha raggiunto la finale di Champions, ha vinto la Coppa Italia e si è qualificata in Champions League da terza classificata. “Può arrivare in fondo ovunque. C’è una rosa lunga e la squadra è forte, sta bene, è in fiducia e nonostante alcuni siano giovani, hanno già tanta esperienza sia in Italia che in Europa. Poi il calcio è strano, ci sono tante variabili in una stagione. Ma è una rosa che può competere a tutti i livelli”.
Ma chi, in questa Inter, rispecchia Ranocchia per personalità, carattere e caratteristiche? “Ci sono tanti giocatori che per carattere e attaccamento mi somigliano. E questo è merito di dirigenza e allenatore, che sono riusciti a creare un gruppo sano. Si percepisce anche da fuori. Se devo fare qualche nome, dico Acerbi a livello umano e caratteriale. Dimarco ha l’Inter nel sangue, ma in pochi parlano di Darmian come dovrebbero. Non sbaglia mai una partita, è costante, sempre concentrato e sul pezzo. Bastoni è invece ormai un giocatore internazionale. Ma mi sento di citare anche Marotta, Baccin e Ausilio, che negli ultimi anni hanno fatto un lavoro di un livello altissimo, costruendo un gruppo molto forte”.
E poi c’è Lautaro Martinez, top player e uomo chiave dell’Inter di Simone Inzaghi. “È una bravissima persona e un ragazzo solare. Ha sempre la battuta pronta, ci si scherza con piacere. Sono fuori da un po’, ma sarà sicuramente maturato. Ha acquisito grande consapevolezza dei suoi mezzi e l’essere capitano l’ha fatto crescere ancora di più. Essere capitano dell’Inter dà tante responsabilità. Lui ha sempre risposto bene con le prestazioni. Tecnicamente è inutile aggiungere altro, lo vedono tutti. Ha colpi, forza, tutto”.
Umile, professionista, sempre sul pezzo e concentrato, anche e soprattutto nei momenti difficili. Perché di stagioni buie e complicate, Ranocchia ne ha vissute diverse in nerazzurro. Nonostante ciò, è stata un’avventura che definisce “passionale”. “Bisognerebbe scrivere un libro per raccontare i miei anni all’Inter. Ma è stata un’esperienza travolgente e coinvolgente, che mi ha fatto crescere tanto professionalmente e che mi ha permesso di togliermi tante soddisfazioni. L’affetto che ho visto nei miei confronti – reciproco – lo definisco passionale. Ecco, se devo descriverla in una parola, dico passionale”.
Un legame così forte, che continua ancora oggi: “Proprio in questi giorni sto parlando con l’Inter per un accordo d’immagine, non è un impegno pratico a livello societario, ma la mia immagine è sempre stata legata all’Inter e credo e spero si possa collaborare in questo senso”.
Tra i momenti storici della sua esperienza in nerazzurro c’è quel gol in Inter-Empoli. Gennaio 2022, ottavi di finale di Coppa Italia, l’Inter va in vantaggio con Sanchez, ma l’Empoli la ribalta con Bajrami e un autogol di Radu. La squadra di Inzaghi è vicina all’eliminazione, ma al 91’ arriva il gol di Ranocchia. In rovesciata. 2-2 e tempi supplementari, con l’Inter che la vince poi 3-2 grazie al gol di Sensi. “Ho pensato subito ‘menomale che l’abbiamo ripresa’. Eravamo disperati, era una partita tosta e complicata. L’abbiamo pareggiata proprio alla fine. Oltre alla gioia del gol e l’aver tenuto a galla la squadra, è stato un bel gesto atletico e anche un’emozione fortissima. Mi sono subito reso conto che non era un gol normale”.
Pianti, gioie, sorrisi. Gli anni in nerazzurro per Andrea Ranocchia sono stati intensi e ricchi d’emozioni. Ma ci sono alcuni ricordi che l’ex capitano dell’Inter tiene con sé: “La vittoria dello scudetto senza dubbio, ma il momento che mi ha toccato di più è stata l’ultima partita contro la Sampdoria, prima della fine del mio contratto. Mi hanno salutato tutti. La curva, lo stadio, i ragazzi. Un ricordo indelebile”.
Indelebile, passionale, travolgente e coinvolgente. Aggettivi “d’amore” che Andrea Ranocchia usa per descrivere un rapporto con l’Inter che va oltre il calcio giocato. Undici anni a difesa dei colori nerazzurri in qualsiasi circostanza. Adesso un po’ di relax. “Inizierò il corso d’allenatore, ma in questo momento mi sto dedicando agli amici, alla famiglia e a qualche viaggio”. Per il futuro ci sarà tempo.
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