Francesco Farioli è già un idolo in Francia. Il suo Nizza è imbattuto dopo le prime 5 di Ligue 1 con solo 4 reti subite. La ciliegina sulla torta di questo meraviglioso avvio è il successo maturato ieri sera contro il Paris Saint-Germain per 3-2. Una partita di intelligenza tattica e attenzione difensiva, che ha premiato con merito gli ospiti, abili a costruire molte occasioni da rete nonostante un possesso palla nettamente inferiore rispetto a quello dei parigini.
Questo brillante successo del Nizza non è frutto del caso. La vittoria è arrivata grazie ad una preparazione perfetta della gara, con consapevolezza della forza del PSG. La volontà era quella di affrontare la sfida con coraggio e senza timori reverenziali e il Nizza ci è riuscito. Farioli ha preparato la gara con umiltà, consapevole che il gioco e gli interpreti del PSG avrebbero portato i padroni di casa a gestire maggiormente il possesso del pallone. I dati a fine gara dicono che i parigini hanno tenuto il pallone più del doppio del tempo rispetto al Nizza, eppure il numero maggiore di occasione lo hanno avuto proprio gli ospiti, che avrebbero potuto trovare il gol in moltissime altre occasioni.
Anche se tutti i dati offensivi premiano il Nizza, è stata la fase difensiva la chiave del successo. Farioli ha studiato nel dettaglio i suoi avversari e ha pensato ad una “trappola” basata sulla compattezza, per evitare tutti quegli scambi nello stretto caratteristici del PSG, e la massima attenzione sugli inserimenti. Senza un grande campione come Kylian Mbappé, autore di una doppietta, gli ospiti non avrebbero probabilmente subito due reti. Ciò che stupisce più di tutto, però, è la filosofia di Farioli e la mentalità che l’allenatore è già riuscito ad instillare nei suoi giocatori. Anche sul 3-1, il Nizza non ha mai rinunciato ad attaccare e in difesa ha sempre cercato di giocare la palla, nonostante il pressing asfissiante dei padroni di casa, alla ricerca della rimonta. Il risultato è certamente premiante per il club, che ha sconfitto con pieno merito una squadra importante come il PSG in trasferta. È anche un successo personale per Farioli, capace di battere uno come Luis Enrique. Lo spagnolo è cantera Barça, l’italiano si è sempre ispirato a lui. La frase più scontata quanto efficace? L’allievo ha battuto il maestro.
La vera sorpresa dopo sole 8 settimane di lavoro è quella di vedere una squadra che parla già una lingua ben precisa. I giocatori hanno assorbito a pieno le idee di gioco e la mentalità dell’allenatore e Farioli, dal canto suo, ha saputo dimostrare come, nonostante la sua giovane età, sia già un allenatore preparato e assolutamente lucido.
La gara ha rappresentato anche la chiusura del cerchio per Marco Verratti. Prima della sfida, il Parco dei Principi ha salutato il centrocampista italiano dopo 11 anni di successi in campo nazionale. Verratti andrà in Qatar, all’Al-Arabi. Il caso ha voluto che questo addio fosse proprio nel giorno della sfida contro il Nizza di Farioli e del suo vice Daniele Cavalletto: proprio quel Cavalletto che era nello staff del Pescara di Galderisi in quel lontano 9 agosto 2008, quando il quindicenne Verratti esordì tra i professionisti contro il Crotone.
A cura di Giacomo Mirandola
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