Interviste e Storie

Gioventù al potere: il PSG non è più la squadra delle figurine

Barcola e Dembele, Paris Saint-Germain (IMAGO)

PSG campione di Francia: i protagonisti della stagione e di un trionfo dopo la tanto discussa cessione di Mbappé.

Il PSG può godersi il suo 13° titolo nazionale. Un dominio nato dal 2012-13 con Carlo Ancelotti in panchina che riuscì a riportare il trofeo a Parigi anche grazie a un importante campagna acquisti che vide l’approdo di Ibrahimovic, Thiago Silva, Verratti e Lavezzi.

Tuttavia, nonostante i faraonici investimenti degli ultimi anni il PSG non ha vissuto sempre momenti felici. C’era ovviamente la felicità di dominare in Francia, ma i tifosi e soprattutto la proprietà avevano un desiderio più grande, ossia quello di vincere la Champions League. Un sogno solamente sfiorato per via della finale del “da Luz” persa contro il Bayern Monaco di Flick.

Con l’arrivo di Luis Campos, però, la mentalità è cambiata. La proprietà resta ancora oggi tra le più potenti al mondo a livello economico, ma ha deciso di investire il proprio budget in modo diverso. Basta figurine e spazio a scouting e vivaio.

Più potere a Campos, uno dei principali protagonisti della costruzione del Monaco che ha raggiunto circa 300 milioni di plusvalenze. Talenti scovati? Niente male se sul taccuino ti presenti con Fabinho, Bernardo Silva, Martial, Lemar e soprattutto Kylian Mbappé.

Una squadra rivoluzionata dopo la cessione di Mbappé

In estate c’era chi si strappava i capelli per la cessione di Mbappé, ma ovviamente il PSG sapeva già come e dove mettere mano in primis grazie alle indicazioni di Luis Enrique. L’ecuadoregno Willian Pacho dall’Eintracht, Désiré Doué dal Rennes e la stellina portoghese Joao Neves proveniente dal Benfica per quanto riguarda il mercato estivo. A gennaio, invece, il colpo Kvaratskhelia per avere più soluzioni sulle fasce e diventare la seconda squadra più giovane della Ligue 1 dietro allo Strasburgo.

Se al tutto, poi, vengono sommati i vari Zaire-Emery, Barcola e soprattutto Ousmane Dembele, il gioco si fa interessante. Perché probabilmente è stata proprio questa la forza del PSG, ossia formare un collettivo che vince proponendo calcio senza basarsi soltanto sulle giocate dei singoli. Merito di questo aspetto va ovviamente attribuito a Luis Enrique, uno che di collettivo se ne intende, vista la scuola Barcellona dalla quale proviene.

Luis Enrique, allenatore PSG (IMAGO)

Gli emblemi del PSG: Dembele leader, Joao Neves inventore

Mancano ancora sette giornate alle fine della Ligue 1, ma il PSG vuole comunque continuare a fare bene per arrivare nel migliore dei modi anche agli impegni di Coppa di Francia e soprattutto Champions League. Sì, perché i ragazzi di Luis Enrique hanno l’opportunità di centrare uno storico “triplete”.

Finora sono ben 79 i gol realizzati, tutti equamente distribuiti. L’emblema di questa squadra non può non essere Dembele, attualmente a 21 gol e 5 assist, seguito da Barcola fermo a 13 reti e 9 assist. Se fino a qualche anno fa la mediana era governata da Verratti, da quest’anno le chiavi del reparto sono affidate – oltre che a Vitinha e Zaire-Emery – anche a Joao Neves, il cervello della rosa Una squadra costruita bene, che gioca per vincere e che è soprattutto serena. La stagione è agli sgoccioli, ma il meglio deve ancora venire.

A cura di Gerardo Guariglia

Redazione

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