Categories: Interviste e Storie

Lottare col sorriso: Proia e la carica del Cittadella

Chissà se ha riso, quando gli hanno detto: “Guarda che ti giocherai la Serie A”. Perché se c’è una cosa che Federico Proia ha sempre fatto è quella: ridere. Non è superficialità, è allegria, spontaneità. Se la porta dietro da quando giocava in Primavera, ormai 7-8 anni fa. Adesso è decisivo nel Cittadella, sogna la promozione e segna. Sei gol da centrocampista non sono pochi, l’ultimo è fondamentale: riporta la squadra di Venturato in lotta piena per i playoff. 90’ li separano dal (nuovo) sogno promozione. Che Federico affronta con il sorriso.

La sua personalità è davvero particolare, la abbiamo già raccontata qualche anno fa. Perché a 20 anni era già uomo. D’altra parte, se a 14 anni lasci Roma per andare a Siena e tentare con il calcio, vuol dire che hai già le idee chiare. Poi è arrivato il Torino di Moreno Longo, quello della Primavera che ha vinto lo Scudetto contro la Lazio. Un derby vinto da Proia, che già allora giocava mezzala: “La soddisfazione più grande della mia vita calcistica”, ricorda.

Lui, romano a Torino, con Bonifazi costituiva una coppia amatissima dallo spogliatoio. Chi lo conosce bene, ricorda degli scherzi che facevano. Si facevano voler bene, lui e il difensore ora alla Spal, hanno aiutato molto a cementare l’unità di gruppo. Poi le loro strade si sono separate, ma la voglia di continuare a sorridere no. E da due anni, Federico lo fa al Cittadella: un anno per ambientarsi, uno per diventare leader.

Mezzala era, mezzala resta. Si dice interno, in questo periodo. La prima rete di stagione arriva col Livorno, un piccolo derby visto il suo passato a Pistoia. Poi Entella, Trapani, Juve Stabia, di nuovo Livorno e infine Venezia: ne sono nate solo vittorie, tranne la sconfitta contro i liguri. È determinante, giovane, lo sa e vuole godersi tutto il finale di stagione. La corsa alla Serie A passa anche attraverso le sue reti: 90’ per sperare. E poi per continuare a combattere.

Valentino Della Casa

Sportivo più da pc che da campo. Amo raccontare il calcio, dividendomi tra Torino e Milano. Ma amo anche la mia seconda casa: il mondo della scuola. Mi piacciono i casi unici, gli appostamenti, le notizie dell'ultimo secondo. Pubblicista dal 2011.

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