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Origini italiane e un triplo passaporto: Profeta brilla nel Venezuela Sub-17

L’Italia non si è qualificata al Mondiale U17, ma nel Venezuela c’è un po’ di azzurro. Si chiama Nicola Profeta Cabrales. Ruolo centrocampista e ama gli spaghetti di suo padre. Il classe 2006 è nato a Puerto La Cruz, nello stato di Anzoátegui, ma ha profonde radici italiane da parte del padre Gianni, mentre mamma Ana Lucía è venezuelana di Tucupita, capoluogo del Delta Amacuro. 

 

 

Infatti, i suoi nonni paterni sono italiani e si sono conosciuti in Venezuela. Nato e cresciuto a Bisenti in provincia di Teramo, nonno Rocco Profeta Panella è emigrato a Puerto de La Guaira nel 1958, mentre nonna Teresa Damiano Silano è originaria di Pratola Serra, provincia di Napoli, e anche lei si è trasferita sulla costa caraibica dopo la Seconda Guerra Mondiale.

 

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Nico ha iniziato a giocare all’età di 3 anni nel Centro Gallego, per poi passare ai Garotos de Melo e al Ciudad Vinotinto. Nel 2017, dopo una vacanza in Colombia, la sua famiglia ha deciso di stabilirsi a Cali, complice la crisi economica del Venezuela. Lì, i suoi genitori hanno aperto un centro di abbronzatura, mentre Nicola è entrato nel settore giovanile del Deportivo Cali. 

 

 

Prima da difensore centrale, da qualche mese centrocampista. Visione di gioco, muscoli e attenzione nelle letture, 182 cm d’altezza e un buon tiro dalla distanza con il suo mancino. La federazione colombiana lo ha convocato nella nazionale Sub15 e lo scorso marzo ha giocato il Sudamericano Sub17 con la fascia da capitano al braccio. Los Cafeteros però non si sono qualificati al Mondiale in Indonesia, cosa che ha fatto invece il Venezuela che lo ha convocato negli scorsi mesi e Profeta ha accettato di rappresentare la sua patria dopo aver ricevuto anche la prima convocazione in Prima Squadra con il Deportivo Cali. E con il club verdiblanco ha un contratto fino a giugno 2025. 

 

 

Contro il Messico, nella seconda giornata della fase a gironi, il numero 21 della Vinotinto ha segnato il gol del definito 2-2 su calcio di rigore e ha colpito un palo con un tiro da fuori area. “È un orgoglio. Voglio dare una gioia al mio Paese”, ha detto Profeta dopo il 2-2 contro La Tri, che in futuro sogna di giocare in Europa, magari in Italia per fare il percorso inverso dei suoi antenati.

Mattia Zupo

Giornalista pubblicista e studente in Scienze Umanistiche per la Comunicazione. Fiorentino nato a Fiesole nel 1996. Notti magiche, quelle passate a vedere il calcio sudamericano, dove il talento e la garra prevalgono sulla tattica. Uno sguardo al futuro e uno al passato alla ricerca di storie legate al fútbol.

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