La Corte d’Appello della Federcalcio ha riaperto un processo sportivo a carico della Juventus – e assolto gli altri club inizialmente coinvolti -, dopo aver accolto l’istanza per revocazione del caso plusvalenze, presentata dalla procura FIGC. Il club bianconero ha ricevuto una penalizzazione di quindici punti in classifica – oltre all’inibizione temporanea del dirigente Federico Cherubini -, in riferimento alla parte del processo che riguarda le annate 2018-2019-2020.
Per quella sezione del procedimento, l’accusa sostiene che la Juventus abbia abbia ridotto le perdite di bilancio, facendo ricorso a plusvalenze fittizie. Oltre a ciò, il prossimo 22 febbraio verrà aperto un nuovo processo con la FIGC, a causa dei sospetti emersi su altre squadre non coinvolte in questo primo filone, su cui la Procura Federale ha aperto un’altra indagine. Ma cosa sono esattamente le plusvalenze e come vengono utilizzate nel mondo del calcio?
In termini economici, le plusvalenze rappresentano un vero e proprio incremento di valore dello stesso bene in due periodi diversi, in cui l’ultimo riferimento temporale è successivo al primo.
Nel calcio, invece, la plusvalenza è il ricavo economico che ottiene una società dalla vendita di un calciatore, al netto della quota di ammortamento del cartellino che era ancora a bilancio.
La quota di ammortamento dipende dall’investimento iniziale e dagli anni di contratto stabiliti all’acquisto del calciatore. Ad esempio, nel caso di un investimento di 10 milioni di euro per un giocatore che firma un contratto quinquennale, la quota di ammortamento sarà di 2 milioni l’anno.
Di conseguenza, se la società lo dovesse vendere dopo tre anni a 40 milioni, la plusvalenza non corrisponderebbe a 30 milioni (40-10 mln), ma si otterrebbe sottraendo dai 40 milioni una somma data dalla differenza tra i 10 milioni iniziali e l’ammortamento rimanente (in questo caso, 2 milioni l’anno per due anni rimanenti, quindi 4 milioni). Il risultato? 34 milioni di euro di plusvalenza.
A rendere fittizie le plusvalenze sono le dinamiche di mercato che intercorrono nello scambio di giocatori. In quei casi, infatti, non viene dato un reale valore ai loro cartellini, rendendo così possibili scambi non equilibrati per quelle che sarebbero le valutazioni economiche dei singoli calciatori.
Si tratta di manovre fatte per generare profitti e sistemare i bilanci, in maniera tale da favorire – solitamente – entrambi i club coinvolti. Spesso vengono coinvolti giocatori delle giovanili o esuberi, il cui valore non viene stabilito ufficialmente. In questo modo, è possibile mascherare le perdite.
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