L’Udinese per ripartire. Ritornare. Ritrovarsi. In mezzo al doppio confronto di Europa League con il Feyenoord, con il quarto di andata giocato a Rotterdam archiviato con una sconfitta, un rigore sbagliato e una sostituzione tecnica dopo 45 minuti. Tre giorni dopo quel palo e le parole di Mourinho nel post a protezione del suo capitano, è arrivata la partita di Lorenzo Pellegrini.
Iniziata con il suo nome urlato più forte degli altri dagli altoparlanti dell’Olimpico. Proseguita con uno striscione in cui la Curva Sud – e tutta la tifoseria giallorossa – si è schierata dalla sua parte. Al momento dell’ingresso in campo inevitabilmente lo sguardo del numero 7 si è soffermato lì per qualche momento in cui, oggi più di altre volte, probabilmente ha capito che dalla sua parte non c’era soltanto Mourinho.
E che quel rigore sbagliato tre giorni prima non avrebbe dovuto pesare più del previsto. Anche perché, a proposito di rigori, al 37′ la Roma contro l’Udinese ha dovuto calciarne un altro (fallo di mano in area). Dal dischetto stavolta è andato Cristante. Mourinho ha assistito a questo penalty accucciato al limite della sua area tecnica. Tiro, palo. Come a Rotterdam.
Ma stavolta sulla ribattuta si è fatto trovare pronto Bove che senza pensarci due volte ha calciato preciso e ribadito in rete. Altro rigore fallito ma epilogo migliore per la Roma nonostante Cristante sia diventato il terzo giocatore a sbagliare due rigori su due in Serie A dagli anni 2000.
Niente rigore per Pellegrini dunque ed è stata “una scelta dell’allenatore – ha spiegato lui stesso a fine gara -. Fosse stato per me avrei l’avrei battuto. Mi ha detto che per quello che era successo, per il momento, per la spensieratezza che dovevo trovare, era meglio così”.
Meglio tornare a essere decisivo e basta. Nel secondo tempo il capitano della Roma, per la 100esima volta con la fascia al braccio, ha segnato comunque. Su azione. Come, in Serie A, non accadeva da 560 giorni (Roma-Empoli del 3 ottobre 2021). “Mi sono sentito libero – ha proseguito Pellegrini a Dazn nel post partita -. Era da un pochino che non riuscivo in questo. Mi mancava. Le persone che mi vogliono bene mi hanno detto di ritrovare tranquillità e leggerezza. Il cuore? E’ un’esultanza che viene da mia figlia e che è dedicata a questo stadio. Lo sapevo già, ma oggi è arrivata la conferma: nel bene e nel male so che posso contare su di loro e nel bene o nel male loro sanno che io farò sempre il massimo per la Roma e per loro”.
E ora la testa è di nuovo tutta al Feyenoord, alla gara di ritorno contro gli olandesi. Ancora all’Olimpico ma in una stadio ancora più pieno del solito visto che il settore ospiti sarà occupato dai tifosi della Roma. Altri 90 minuti da giocare, il ‘secondo tempo’ del quarto di finale di Europa League al quale la Roma arriva sotto di 1-0. Servirà una rimonta per andare avanti e almeno due gol senza subirne. Ma Mourinho sa come si fa. E… “la verità è che quando sei ai quarti di finale senti che qualcosa può succedere”.
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