Pedri, Barcellona (Imago)
Dal Pallone d’Oro ai paragoni con le leggende del passato: Pedri racconta la sua brillante stagione al Barcellona
Dopo anni complessi caratterizzato da una serie di infortuni che ne hanno rallentato l’iniziale ascesa, il centrocampista canario sta finalmente vivendo un’annata da protagonista in una delle migliori squadre del mondo.
In piena lotta col suo Barcellona per la vittoria di Liga, Copa del Rey e Champions League, Pedri si prepara per un finale di stagione tanto impegnativo quanto entusiasmante.
Intervistato dalla tv spagnola TV3, il classe 2002 ha raccontato: “Molto bello che mi riconoscano stia performando bene, però vorrei concentrarmi su come migliorare ancora. Ho soltanto 22 anni e margini di miglioramento, come dice il mister. Potrei perdere meno palloni, segnare più gol, scegliere meglio la gestione del ritmo”.
A proposito dell’alternanza di periodi alti e bassi, il ragazzo ha dichiarato: “Ho vissuto tutte le situazioni. Prima elogi, poi critiche e adesso di nuovo elogi. Sono le due facce della medaglia. Mi dicevano fossi fragile come il cristallo, che mi infortunassi molto… quando ti criticano molto ti viene voglia di dare di più e tappare le bocche che parlano così di te. Era da tempo che volevo divertirmi come adesso“.
Sul paragone con le leggende del Barcellona del passato, Pedri si esprime così: “Apprezzo parecchio che mi paragonino a Xavi e Iniesta, coloro per i quali impazzivo da piccolo, insieme a Busquets. Tuttavia, sono giocatori che hanno segnato un’epoca e vinto molti titoli. Mi manca ancora tanto per diventare qualcosa di ciò che sono stati loro“.
Riguardo al Pallone d’Oro, inoltre, sembra avere le idee chiare: “Qualcosa che non mi riguarda da vicino perché, a parte poche eccezioni come quella di Rodri, è un premio dedicato a chi registra ottime statistiche, come i goleador. Mi piacerebbe lo vincesse uno tra Lamine Yamal e Raphinha che hanno buoni numeri e fanno la differenza. Io sarei contento se vincessimo dei titoli“.
Dopodiché il 22enne ha così parlato di Hansi Flick: “Ha tutto il merito di ciò che sta succedendo. Ha imposto uno stile di gioco diverso da quello dell’anno scorso, soprattutto per ciò che riguarda la linea difensiva e la pressione in avanti. Ha saputo trasmettere alla squadra la sua maniera di competere“.
Infine, ha risposto sulla possibilità di non alzare neanche un trofeo: “Non vincere dei titoli non sarebbe un fallimento visto il percorso che ci ha diretti fin qui, perché lo abbiamo intrapreso molto bene finora. Però chiaramente ci farebbe male”.
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