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Rivoluzione, giovani e identità: il mercato consegna a Cuesta un Parma versatile

Carlos Cuesta (credit: Parma Calcio 1913)

Il mercato si è chiuso e il Parma consegna a Cuesta una formazione versatile ma con un’identità ben precisa.

Il calciomercato ha regalato al Parma una trasformazione profonda, non tanto nell’impianto tattico quanto nell’essenza stessa della rosa.

Cuesta, alla sua prima stagione in Serie A, riceve in consegna una squadra giovane, versatile, plasmata secondo un’idea chiara di calcio. Undici arrivi – tra volti nuovi e ritorni dai prestiti – a fronte di dodici partenze, alcune dolorose ma inevitabili, come quella di Leoni al Liverpool (sottolineata anche da Cherubini in una recente intervista) o Bonny all’Inter.

La società ha chiuso il bilancio in attivo di circa 40 milioni, segno che il progetto targato Krause sta raggiungendo una maturità economica senza rinunciare all’ambizione sportiva.

Il lavoro sinergico tra Cuesta, Cherubini e Pettinà ha portato a scelte coerenti, pensate per offrire al tecnico una rosa capace di adattarsi, cambiare pelle, ma rimanere fedele a un’identità precisa.

Giovani e duttilità: l’anima del progetto Cuesta

A emergere con forza, in questo nuovo Parma, è la centralità dei giovani. Non solo in chiave prospettica, ma come risorsa immediata per l’impianto tattico. L’arrivo di Troilo, per esempio, ha permesso di assorbire la cessione di Leoni senza snaturare l’idea di una difesa fisica ma veloce. Con lui, altri innesti come Ordonez, Cremaschi e soprattutto Cutrone e Oristanio ma anche Sorensen, portano in dote non solo freschezza, ma anche duttilità.

Cuesta predilige giocatori capaci di coprire più ruoli e leggere le partite in base agli spazi, non solo agli schemi. È in questa visione che nasce un Parma capace di cambiare assetto senza perdere equilibrio: dal 3-4-2-1 al 3-5-2, con tre difensori centrali, esterni alti e centrocampisti abili nell’interdizione ma anche nella rifinitura. In questa ottica, gli infortuni di Ondrejka e Frigan hanno temporaneamente rallentato l’evoluzione del sistema, che ora con i nuovi innesti può trovare nuova linfa.

Patrick Cutrone con la maglia del Parma (Credits: Parma Calcio 1913)

Un calcio “alla inglese”: intensità, verticalità e pressing

Chi si aspettava un Parma “alla Arteta”, per l’esperienza di Cuesta all’Arsenal, è stato smentito solo in parte. L’allenatore spagnolo ha dimostrato di avere una visione propria, più pragmatica e adattiva, in cui l’intensità e la lettura tattica degli spazi sono elementi chiave. Juric, tecnico dell’Atalanta, ha definito il suo stile “un calcio alla inglese”, per l’uso intelligente della verticalità, la ricerca del cross dagli esterni e la propensione al pressing alto in situazioni precise.

In fase difensiva, il Parma alterna un blocco basso compatto alla riaggressione immediata per impedire lo sviluppo del gioco avversario. Questo approccio è stato evidente nelle gare di campionato contro l’Atalanta e la Juventus, a dimostrazione di una squadra ancora in costruzione ma con principi ben delineati. Non è solo una questione di modulo, ma di mentalità e lettura del momento.

Versatilità e profondità: il Parma guarda al futuro con equilibrio

Con la rosa più giovane della Serie A per età media, il Parma affronta la nuova stagione con entusiasmo ma anche con la consapevolezza di dover crescere un passo alla volta. La differenza rispetto alla scorsa annata sta nella profondità delle alternative: oggi Cuesta ha a disposizione una panchina in grado di cambiare l’inerzia di una partita, di rispondere agli infortuni senza stravolgere il piano tattico.

È un cambiamento sottile ma decisivo. L’obiettivo non è dichiarato, ma si intuisce: consolidare la categoria, valorizzare il talento e costruire – con coerenza e senza fretta – un’identità forte e riconoscibile. La rivoluzione del Parma non fa rumore, ma lascia il segno. E soprattutto, guarda avanti: perché ogni stagione non è un punto di arrivo, ma un nuovo mattoncino verso qualcosa di più grande, e questa è soprattutto la speranza di tutti i tifosi gialloblù.

Simone Brianti

Il passato insegna, il presente si scrive e il futuro si sogna. Appassionato di qualsiasi sport, ma soprattutto amante del calcio dai tempi del grande Parma. Insomma pane e pallone a colazione… senza dimenticarsi del caffè.

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