Tredicimila chilometri. Tanta è la distanza che separa la città di Perth, famosa in tutta l’Australia per la ricchezza di minerali e industrie tessili e Parma. Punto di partenza e di arrivo, per adesso, di Alessandro Circati, difensore classe 2003 del Parma che sta stupendo tutti per la personalità e la rapidità nel bruciare le tappe. E l’esordio in Serie B potrebbe non essere l’ultimo traguardo del suo 2022.
Presto infatti potrebbe trovarsi davanti a una scelta. “Che nazionale scelgo?”. Glielo chiedono in tanti. Con l’Italia ha già esordito nelle selezioni giovanili, ma quando si presenterà una delle due nazionali maggiori dovrà prendere una decisione. Australia o Italia. A Perth è cresciuto, ha lasciato la sua casa e i suoi amici, in Italia invece ha esordito tra i grandi e sta costruendo la sua vita nel calcio. Mondi opposti che si intrecciano. Il momento della scelta però potrebbe arrivare prima del previsto, dal momento che l’Australia ha messo gli occhi su di lui da tempo e potrebbe decidere di convocarlo a breve. Magari per il Mondiale. Grazie a lui quindi potrebbe esserci un pizzico di Italia in Qatar, anche se con un’altra maglia. Ma è presto per pensarci.
Alessandro l’italiano lo parla bene, anche se con un accento un po’ anglosassone. Normale per un ragazzo che è cresciuto in Australia fino a 16 anni. Poi il ritorno in Italia, da Parma dove tutto è iniziato. Già, perché papà Gianfranco – difensore anche lui – trenta anni fa ha fatto tutto il settore giovanile nella squadra gialloblù, per poi girare un po’ tra B e C fino a finire in Australia dove si è portato tutta la famiglia ed è rimasto a vivere. Scelta di vita. Oggi suo figlio ha realizzato quello che era il suo sogno: esordire in prima squadra con il Parma. Alessandro ci è riuscito il 26 febbraio scorso e ha chiuso un cerchio.
“Mio papà mi ha aiutato molto, non è uno che ti regala complimenti. Quanta fatica per strappargli un bravo…”. Alessandro lo racconta con il sorriso, ma sa che i consigli di suo padre sono stati fondamentali nel suo percorso. Riferimento e guida. Come quando, dopo 16 anni a Perth, hanno deciso insieme che partire per l’Europa potesse essere un punto di svolta per la sua carriera. Prima di tutti lo ha notato il Leicester – che non ha potuto però tesserarlo per problemi legati alla Brexit e alla Pandemia – quindi lo ha preso il Parma. Tornato a casa. Saranno stati felici i nonni, che vivono a Salsomaggiore a venti minuti dal centro sportivo di Collecchio.
I suoi progressi non sono passati inosservati. Alla seconda da titolare contro il Lecce aveva marcato molto bene Coda, poi capocannoniere del torneo. Cosa che gli è riuscita anche nell’ultimo turno contro il Genoa, in cui non lo ha fatto mai tirare in porta. Mancini lo aveva convocato per uno stage con i grandi lo scorso maggio, ma lui non è potuto andare perché impegnato nelle fasi finali del campionato con la Primavera del Parma. Ci sarà tempo, qualunque nazionale scelga di rappresentare. Iachini lo ha lanciato e ora Pecchia se lo gode. Il Mancio, sullo sfondo, sorride e prende appunti. Sperando abbia l’occasione di farlo diventare azzurro. Il futuro è dalla sua, la personalità per scegliere non gli manca. Magari ricordando quel messaggio in cui suo papà gli diceva “è solo l’inizio”. Piedi per terra e consapevolezza di doversi guadagnare tutto. La scalata è lunga, ma la strada è quella giusta. Metti poi un giorno ti ritrovi in campo ai Mondiali…
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