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Da Endrick a Felipe Anderson: il Palmeiras vuole confermarsi grande

La notizia della serata di ieri si è presentata come un fulmine a ciel sereno all’interno del calciomercato italiano: Felipe Anderson, nel giorno del suo trentunesimo compleanno, ha annunciato l’addio alla Lazio, per poi essere ufficializzato inaspettatamente il suo passaggio al Palmeiras.

Mentre il pubblico e gli addetti ai lavori si aspettavano un passaggio in un’altra società europea, la scelta controtendenza dell’attaccante è stata quella di tornare in patria, in Brasile, nella squadra che si sta confermando tra le più importanti del Paese in questi ultimi anni.

Palmeiras, quanti successi nelle ultime stagioni

La data di svolta nella storia recente del Palmeiras è il 2013, e il club è in Serie B. Paulo Nobre è eletto alla presidenza del club, grazie a lui la stabilità finanziaria è ristabilita, viene inaugurato il nuovo stadio (l’Allianz Parque) e tornano i successi: nel 2015 la Coppa del Brasile, l’anno successivo il campionato. Soprattutto, sforna talenti: Gabriel Jesus prima, Endrick ora.

 La svolta arriva quindi in ambito continentale: nel 2020 il Palmeiras vince la Copa Libertadores, ripetendosi l’anno successivo, nel derby brasiliano con il Flamengo, perdendo poi la finale del Mondiale per Club ai tempi supplementari contro il Chelsea. Poi ancora: 2022 e 2023 vittoria del campionato brasiliano, 2023 supercoppa del Brasile, tre campionati paulista di fila, l’ultima nel 2024. Insomma, la squadra al momento più dominante in Brasile e probabilmente del Sudamerica intero.

Prenderà il posto di Endrick

Da un punto di vista prettamente numerico e tattico, Felipe Anderson prenderà il posto di Endrick, che la prossima stagione giocherà con la maglia del Real Madrid. Sarà difficile prendere il posto di quella che è annunciata come futura stella del calcio mondiale, ma la scelta di sostituirlo con un giocatore al pieno della carriera, anticipando club europei, è un altro segnale di forza del Palmeiras.

 

Lorenzo Vero

Nato all’ombra della Torre Pendente nel giugno del 2000 e studente di Informatica Umanistica. Bastian contrario per natura, ho iniziato a seguire il calcio perché ai miei genitori non piaceva. Sin da quando ero un bambino riempio la testa dei miei amici con aneddoti calcistici di ogni genere. Con gli anni, assieme alla barba, è cresciuta anche la mia passione per questo gioco. L’obiettivo adesso è quello di raccontare in modo veritiero (con il cognome che mi ritrovo…) e appassionante anche la meno appetibile delle partite.

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