L’attaccante angolano si racconta a Gianlucadimarzio.com: “Tanti giocatori sono partiti dai grandi palcoscenici, io no. Mi rivedo in Naruto. Motta? Non ho mai nulla contro nessuno, voglio bene a tutti anche se mi dovessero trattare male”
Una strada tracciata. Un percorso avviato da sé, senza aiuti. Perché non sei nato in una metropoli o in una grande nazione. Bensì a Buco-Zau, una cittadina della provincia di Cabinda in Angola che conta appena 40.000 abitanti. “Tanti calciatori sono partiti dai grandi palcoscenici. Ecco, questo non è il mio caso”. Il tono di Mbala Nzola è profondo, serio. “Probabilmente Dio mi ha detto ‘tu no. Devi vivere altre esperienze prima di arrivare al top’. E così è stato” dice il calciatore del Lens, arrivato in prestito con diritto di riscatto dalla Fiorentina, ai microfoni di Gianlucadimarzio.com.
“Il mio passato? Ci penso spesso“. E aggiunge: “Sul mio braccio ho un tatuaggio in cui c’è una sagoma che fissa uno specchio. Ecco, quella figura sono io. Mi potrai trovare strano… ma quando ho dei momenti ‘un po’ giù’ mi fisso allo specchio e penso ‘Mbala, non puoi mollare ora. Pensa ai sacrifici, alla famiglia’. E da lì riparto in quarta” dice ridendo. “Thiago Motta? (Suo ex allenatore allo Spezia, ndr) Non ho mai nulla contro nessuno, voglio bene a tutti anche se mi dovessero trattare male. Credo che nulla accada per caso”.
Nzola ha scelto il Lens. La Ligue 1. La Fiorentina, lo scorso 9 agosto, ha ceduto l’attaccante a titolo temporaneo con diritto di riscatto. Il bilancio è positivo: sette gol e un assist in 21 presenze con la maglia del club francese. E tra le reti menzionate c’è anche quella realizzata a Gianluigi Donnarumma nel corso della gara di Coupe de France contro il PSG. “Sì… ma è un gol come tanti. Nulla più, nulla meno”. A proposito di personalità.
Ma in Francia non vive solo un nuovo ambiente. Con la maglia del Lens, Nzola conosce, sperimenta e incontra nuovi colleghi. Tra questi, ecco Abdukodir Khusanov, difensore classe 2004 acquistato dal Manchester City lo scorso gennaio. “Per me è un fenomeno. Magari in campo non parla troppo ma il suo modo di giocare, l’atteggiamento, sono da vero campione. Nonostante la giovane età per me è un fuoriclasse. La Ligue 1? Credo sia ricca di giocatori forti a livello tecnico. Mentre in Italia lavoriamo più sulla tattica in Francia viene dato spazio al talento”. E non sono parole casuali. “Ogni tanto ripenso al mio percorso, chiaramente. Ho giocato in Serie B e C, le partite in quelle categorie dove c’è poca tecnica. Ma sono fondamentali per farti crescere”.
Dopo aver salutato il suo paese natale, Mbala viaggia. E anche parecchio. Arriva in Francia nelle giovanili del Troyes. A seguire, prima di trasferirsi in Portogallo, gioca un torneo con la Cremonese che però non riuscirà a tesserarlo. Quindi il ritorno in Italia, la prova con il Perugia e le avventure con le maglie di Trapani e Virtus Francavilla. “Sono fiero dell’uomo che sono oggi. Ho Naruto come immagine di profilo su Instagram non per caso”. Cioé? “Il suo personaggio, la sua vita, le sue difficoltà. Riesce sempre a mantenere i nervi saldi, mi rivedo molto in lui”.
Il tutto è condito da una buona dose di stile. Basti scorrere qualche foto nei profili social di Nzola per vedere come lo stesso attaccante stia molto attento al mondo della moda. “Questo è grazie anche alla mia ragazza che lavora in questo settore. Lei mi dà una mano a vestirmi, ma lo stile dei capelli e dei tatuaggi lo decido io (ride, ndr). Mi piace vestirmi bene”. Anche se, in Italia… “Ikone e Sottil hanno uno stile che mi piace. Ma la maggior parte dei miei compagni si vestivano un po’ ‘tutti uguali'”.
Vincenzo Italiano, attuale allenatore del Bologna
Ma a proposito di Italia. Mbala, a La Spezia, ha la possibilità di lavorare con Vincenzo Italiano. “L’ho conosciuto a Trapani (stagione 2018/19, ndr). Ho sempre detto ai miei compagni che sarebbe diventato un grande allenatore. A lui? Mai detto direttamente. Mi ha aiutato tanto. Gli sarò sempre riconoscente”. Anche per il trasferimento a Firenze? “Sì, sono grato a lui. Anche se con la maglia della Fiorentina le cose non sono andate per il verso giusto”.
Con la maglia dello Spezia segni 35 gol. Ma quell’episodio contro l’Inter… “Lo ricordo bene. Ma rimasi tranquillo, non mi agitai”. Doveroso fare chiarezza. L’episodio di riferimento è quello del 15 aprile del 2022, quando Nzola – nel corso dell’anticipo della 33^ giornata vinto 3-1 dai nerazzurri – gioca appena 10′ per colpa… di un orecchino. “Sapevo di averlo. Ma l’avevo fatto poco tempo prima e non volevo toglierlo, altrimenti si sarebbe chiuso il buco. Ci sono stati momenti di tensione ma sono rimasto campo, mi sono preso la responsabilità“.
Come, d’altronde, ha sempre fatto. Ora Nzola continua il suo viaggio in Ligue 1, al Lens. Con la stessa calma e mentalità del ragazzino partito da Buco-Zau.
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