Interviste e Storie

I gol di Haaland, la tecnica di Odegaard e i giovani in crescita: Italia, occhio alla Norvegia

Erling Haaland, Norvegia (Imago)

C’è la Norvegia in mezzo al cammino tra l’Italia e i prossimi Mondiali: ecco perché gli Azzurri devono temere i “Leoni”

Il percorso per il Mondiale è stato delineato. Dopo l’eliminazione dalla Nations League per mano della Germania, l’Italia è stata inserita nel gruppo I delle qualificazioni europee.

Gli Azzurri se la vedranno con Moldavia, Estonia, Israele e soprattutto la Norvegia, che rappresenta il vero grande ostacolo verso la prossima Coppa del Mondo.

Nonostante gli scandinavi non si qualificano a un Mondiale dal 1998, mai come quest’anno sembrano avere tutte le carte in regola per poter dare del filo da torcere alle avversarie e, appunto, ai ragazzi di Spalletti.

Dalla fame di gol di Haaland all’esperienza di Odegaard, passando per la grande quantità di giovani in rampa di lancio nell’ultimo biennio: ecco i motivi per cui la nazionale allenata da Solbakken va rispettata e allo stesso tempo temuta.

Haaland e Odegaard, i due leader

Norvegia=Haaland. È questo l’accoppiamento che tende a fare gran parte degli appassionati di calcio, ma va detto che i “Leoni” contano tanti altri giocatori di qualità in rosa. Ovviamente, però, è il bomber del Manchester City a emergere: basti pensare che ha segnato 39 gol in 40 gare, praticamente uno ogni partita, superando di molto il record di marcature del paese.

Non solo Haaland, dicevamo, perché la mente della nazionale scandinava è certamente Martin Odegaard. Leader tecnico e carismatico, il trequartista dell’Arsenal è forse l’emblema della generazione d’oro della Norvegia. È infatti lui che, insieme a Erling e a Sorloth dell’Atletico Madrid, ha riportato il blu e il rosso della bandiera in alto.

Martin Odegaard ed Erling Braut Haaland, Norvegia (Imago)

Mix di gioventù ed esperienza

A rendere particolare la rosa della Norvegia è soprattutto l’alto livello di esperienza, nonostante solo un giocatore (il secondo portiere) superi i trent’anni. Questo è dettato dal fatto che già da giovanissimi i più talentuosi vengono convocati in nazionale maggiore, in modo da essere pronti il prima possibile a stare su palcoscenici importanti.

Sorloth, Berge, Ryerson, Ajer e tanti altri – oltre ovviamente a Haaland e Odegaard: tutti giocatori di livello capaci di affermarsi negli ultimi anni (soprattutto in Premier League) e di far crescere il livello della nazionale. Non a caso i “Leoni” hanno migliorato i risultati rispetto al passato, anche se ancora la strada è lunga e di passi concreti non ne sono stati fatti.

Solbakken, il CT divisivo

Per molti – in patria e non solo – gran parte delle colpe di queste mancanze di passi concreti sono del CT Ståle Solbakken, reo in qualche modo di essere troppo integralista e di non aver mai sfruttato appieno il potenziale della rosa.

Nonostante ciò, a lui vanno rese anche delle lodi, tra cui quella di aver permesso alla Norvegia di tornare ad ambire concretamente a una partecipazione ai Mondiali o agli Europei. Prima, infatti, traguardi del genere si potevano soltanto sognare.

Sono tanti, come visto, i motivi per cui l’Italia deve temere la sua prossima avversaria: nel mese di giugno, a Oslo, la Nazionale si gioca già una gran fetta di Mondiale.

Alessandro Mammana

Classe 2004, credo che la prima parola uscita dalla mia bocca sia stata "palla". Da sempre innamorato dello sport, il calcio è stato il mio compagno di vita, sin dal giorno zero. Ci ho giocato per una quindicina di anni prima che il mio corpo dicesse stop, ma potevo mai starne lontano? Assolutamente no, ed ecco che tutte le telecronache virtuali fatte giocando a Fifa o Pes hanno trasformato quello che prima era solo un sogno in un obiettivo

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