Tra i vari Lewandowski, Giroud, Kane e Suarez al Mondiale in Qatar era stato convocato anche un numero 9 diverso dagli altri: Niclas Fullkrug, bomber del Werder Brema che prima del Mondiale aveva segnato 10 gol in 14 partite. Guardando ai soli numeri l’attaccante tedesco aveva quindi tutto il diritto di essere stato convocato dalla propria nazionale. A sorprendere però è che, escludendo le giovanili, questa per lui è stata la prima convocazione in assoluto con la maglia della Germania. Un caso più unico che raro.
La maglia numero 9 della Germania sulla schiena a un Mondiale, la stessa di una leggenda del calcio tedesco come Gerd Muller. Insomma, poca, pochissima pressione sulle spalle dell’attaccante nato a Hannover. La convocazione un mix di bravura e necessità: senza gli infortunati Werner e Nmecha, i tifosi hanno chiesto a gran voce la chiamata di Fullkrug e il ct Hans Flick ha accettato con gioia. “Niclas è il genere di persona che vuole costantemente migliorare e dà alla squadra fiducia. Per lui tutto sembra possibile“, ha detto in conferenza stampa.
E in effetti Fullkrug è l’esempio lampante di come anche il sogno più incredibile possa diventare realtà. Perchè se un ragazzo alto 1,89 di 29 anni può fare il suo esordio assoluto in nazionale a un Mondiale, allora niente è impossibile. Il suo segreto? Tanto duro lavoro e il sorriso sempre sulle labbra. E pensare che quel sorriso, un po’ brutto e rovinato dalla mancanza di un incisivo, è diventato proprio uno dei suoi punti di forza.
Il suo soprannome è infatti Lucke, che in tedesco significa buco, mancanza. Un nome inventato da una conoscenza del calcio italiano, Marko Arnautovic, suo compagno di squadra per un breve periodo al Werder Brema. Dove altri si sarebbero potuti offendere, lui invece no. “Potete chiamarmici senza problemi, non mi da fastidio“, ha rivelato.
Umiltà e voglia di fare, sul campo come in carriera. Dopo essere cresciuto nelle giovanili del Werder Brema, Fullkrug ha poi girato diverse squadre in giro per la Germania. Il suo cuore però nel 2019 l’ha riportato a Brema, dove dopo due stagioni abbastanza deludenti è retrocesso nella Serie B tedesca. Il classe 1993 non si è perso d’animo e a suon di gol, 19, ha riportato subito la squadra in Bundesliga. Quest’anno la definitiva consacrazione e la convocazione in nazionale maggiore. “È l’esperienza più grande che un calciatore possa fare – ha detto in conferenza stampa. E’ stato un lungo viaggio per arrivare fino a qui: le parole non ti portano da nessuna parte, i fatti sì“. Fatti, quelli che ha dimostrato anche in Qatar, sempre con il sorriso sulla bocca.
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