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L’Arabia in Premier: quanto ha speso il Newcastle dall’avvento del fondo PIF

Il Newcastle United fa paura anche ai club della Premier League. Se nel campionato inglese ci eravamo ormai abituati al dominio dellle cosiddette Big Six, ora anche le stesse Arsenal, Chelsea, Liverpool, Tottenham, Manchester United e City devono guarsarsi attentamente le spalle. Da quando i Magpies sono guidati dal PIF (Public Investement Found), fondo sovrano dell’Arabia Saudita le carte in tavola sono cambiate. 

Le spese del Newcastle dall’avvento del PIF

 

Il cambio di proprietà è datato 7 ottobre 2021 e la stagione appena conclusa (la prima completamente gestita dal consorzio saudita) si è conclusa con il quarto posto. Ben sette posizioni in più rispetto alla precedente. Sulle rive del fiume Tyne la musichetta della Champions League mancava da vent’anni esatti e nella prossima edizione squadre come Liverpool e Spurs, arrivati dietro alla squadra di Eddie Howe.

 

 

Un salto del 45% in più per quanto riguarda i punti in classifica, che corrisponde anche all’aumento esponenziale delle spese sul mercato grazie all’infinita disponibilità economica: nell’ultima stagione l’ex presidente Ashley aveva speso 39 milioni mentre nelle prima due finestre di trattative a tinte saudite sono stati investiti 101,1 milioni, il 158% in più.

Fino ad oggi le spese del Newcastle United in formato Arabia Saudita ammontanto 286,45 milioni con Aleksander Isak che (in attesa di Tonali) risulta essere giocatore più costoso. Il suo cartellino era stato pagato 70 milioni alla Real Sociedad. Cifre folli che però non ci devono soprendere: il PIF, che gestisce anche le squadre più improtanti della Saudi League, ha ormai fatto diventare normalità questi numeri per i trasferimenti di giocatori europei verso il campionato arabo.

 

Nel 2022/23 solo Arsenal, Chelsea e Manchester United hanno speso più del Newcastle per i cartellini dei giocatori. Ora si attende solo l’ufficilità di Tonali dal Milan, pronto a diventare l’acquisto più costoso nella storia del club e il sesto italiano di sempre ad indossaere il bianconero dei Magpies. E d’ora in poi, probabilmente, non sentiremo più parla di di Big Six ma di Big Seven.

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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