Da Milik a… Milik. Quasi due mesi dopo il Napoli ritorna a vincere al San Paolo, ancora una volta nel segno di Arek. L'ultima volta contro l'Hellas Verona il 19 ottobre in campionato: 2-0 con la doppietta decisiva del polacco. Che ha fatto addirittura meglio contro il Genk, con una tripletta nel 4-0 che permette agli azzurri di raggiungere per la terza volta nella storia gli ottavi di finale di Champions League. In mezzo appena tre pareggi con Atalanta, Salisburgo e Genoa e una sconfitta contro il Bologna, con Milik impiegato dall'inizio (con gol!) soltanto nella sfida contro i nerazzurri.
Il Napoli rivede la luce nel giorno in cui ritrova il suo centravanti titolare, secondo miglior realizzatore della stagione (un gol in meno di Mertens) nonostante i tanti problemi fisici. Ma i numeri parlano chiaro: con Arkadiusz Milik al centro dell'attacco è tutta un'altra musica. Suoi 8 degli ultimi 17 gol segnati dagli azzurri, quasi la metà: un'enormità se consideriamo che il polacco in quest'arco di tempo ha giocato appena 6 partite su 12, di cui una per appena 17 minuti a Salisburgo.
Numeri che acquisiscono un peso ancora maggiore se consideriamo il rapporto tra minuti giocati e gol segnati: da quando si è sbloccato, in occasione della gara al San Paolo contro l'Hellas Verona, Milik viaggia a una media di un gol ogni 55 minuti. Contro il Genk ne ha impiegati appena 38 per segnarne addirittura tre: il primo sfruttando un clamoroso errore dell'esordiente Vandevoordt, il secondo deviando al volo da centravanti pure un cross di Di Lorenzo e il terzo su calcio di rigore.
La sua prima tripletta in azzurro, nonché la prima di un giocatore del Napoli in Champions League. Tutta nel primo tempo: un'impresa che, nella massima competizione europea per club, in squadre italiane era riuscita soltanto a Simone Inzaghi con la Lazio e a Marco Simone con il Milan. Il rientro perfetto dopo aver saltato quattro gare di campionato e quella in Champions League ad Anfield, in cui il Napoli ha ottenuto appena quattro pareggi e una sconfitta non riuscendo a segnare mai più di un gol. Quattro in totale, distribuiti tra Mertens, Llorente, Zielinski e Lozano.
In questa fase della stagione, senza Milik, Ancelotti ha cambiato più volte assetto. Passando dal solito 4-4-2 al 4-3-3 in occasione della gara contro il Bologna, con Fernando Llorente centravanti, scegliendo la coppia Lozano-Mertens contro Liverpool, Udinese e Genoa e quella Lozano-Insigne contro il Milan. Con il rientro del polacco, invece, gli azzurri sono riusciti a segnarne quattro in una volta sola contro il Genk, ritrovando la vittoria e conquistando la finale di Champions League.
E ripartendo, in un momento ricco di incertezze (con il sempre più probabile arrivo di Gattuso al posto di Ancelotti), da una nuova, ritrovata certezza: la presenza e i gol di Arkadiusz Milik.
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