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Nahuel Estevez, allo Spezia il talento rigenerato da Milito

L’Olanda prima, l’Argentina poi: lo Spezia e il suo approccio internazionale al calciomercato ha portato prima all’acquisto d’esperienza di Zoet e adesso a quello di Nahuel Estevez dall’Estudiantes. Qualità, visione di gioco e tiro dalla distanza, proprietà fondamentali per provare a fare un passo avanti per un grande approccio alla Serie A.

Un talento scoperto nel tempo, che ha avuto bisogno di una guida per emergere. Gabriel Milito è stato il suo mentore, capace di valorizzare e rendere fondamentale nell’Estudiantes questo centrocampista che rischiava di perdersi in lunghi giri di prestiti, e che invece è diventato un riferimento in un club importantissimo del calcio argentino.

L’Estudiantes del presidente Juan Sebastián Verón lo ha scovato a Comisiones, squadra di Buenos Aires di terza divisione nazionale in cui è cresciuto dopo gli inizi all’All Boys, una delle società più attente nella valorizzazione dei giocatori più giovani, in particolare nelle età in cui ancora non giocano a undici. Impatto non facile con la realtà di La Plata, dove per il poco spazio trovato fu costretto ad andare in prestito a Junín per vestire la maglia del Sarmiento e trovare minutaggio in una categoria inferiore.

Al suo ritorno fu Gabriel Milito a trattenerlo, intuì nelle sue qualità il potenziale di un titolare per il suo Estudiantes. Il Mariscal, fratello di Diego, ha sfruttato la sua duttilità: lo ha messo come interno sia di sinistra che di destra nel centrocampo a tre, a volte anche trequartista o addirittura esterno a destra. Lo ha coinvolto nel gioco sfruttando palleggio e conclusioni dalla distanza, il piatto forte di casa Estevez.

Anche se il primo gol in carriera è arrivato in tutt’altra maniera, con un inserimento da dietro che lo ha portato a segnare in uno dei giorni più speciali della sua vita. Era il Día de la madre in Argentina, e davanti agli occhi di mamma Claudia, che era presente sugli spalti, mise in porta un facile tap-in contro l’Atlético Tucumán. Bella storia, ma senza lieto fine: perché pochi minuti più tardi delle lacrime della mamma per il regalo, arrivò anche la prima espulsione in carriera per un brutto fallo su Kaprof che gli costò il secondo giallo e compromise la partita dell’Estudiantes, poi rimontato e fermato sull’1-1.

Piccolo intoppo di una carriera poi decollata che lo ha portato fino al calcio europeo, uno step di una crescita continua che a 25 anni lo vede finalmente maturo per accettare una sfida come quella della Serie A. Necessario però un ultimo step, quello di migliorare sulle due fasi: “Sono un centrocampista che ama più attaccare che difendere” aveva dichiarato tempo fa per giustificare un atteggiamento molto propositivo in avanti ma non così efficace nelle azioni di ripiego.

Vincenzo Italiano dovrà lavorare così su di lui, per sfruttare al meglio le potenzialità del suo secondo acquisto internazionale, e proseguire il grande lavoro iniziato da Gabriel Milito.

Redazione

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