Categories: Interviste e Storie

Esteta senza tempo: il Bernabeu ai piedi di Luka Modrić

Modrić e l’abbraccio del Bernabeu: un’istantanea che durerà in eterno. Nell’ultimo turno di Liga contro il Siviglia, il centrocampista croato entra dalla panchina e regala tre punti fondamentali al suo Real Madrid con un gol da fuoriclasse. Stop geniale e tiro dalla distanza: il pallone accarezza il palo e si spegne in porta. È apoteosi: 80.000 persone ai piedi dell’illusionista di Zara. Sarà davvero la sua Last dance?

L’eleganza di Modric, dove il cuore riposa e l’ansia scompare

For the ages. Per un attimo, il tempo si è fermato. Esattamente all’81′ di Real Madrid-Siviglia. Luka Modric sta vivendo, forse, la stagione più complicata da quando è in Spagna. Pochi minuti (solamente 1029) e l’ultimo nelle gerarchie. In una partita che stenta a decollare, c’è bisogno del talento più grezzo: la sua presenza in campo è magnetica e ipnotica. Modric è il panopticon del calcio moderno, quello che in filosofia letteralmente significa “l’occhio che tutto vede”: lui vede dove gli altri non vedono. E poi, l’azione che porta al gol: corsa sotto la curva e tutti intorno a lui, per un’immagine indelebile.
Riguardo al futuro del centrocampista croato, Carlo Ancelotti predica calma: “Non parlo di cose personali con la stampa. Ciò che tutti vogliono, compreso Modric, è che sia un giocatore fantastico. Sarà Modric stesso a scegliere il futuro“.

Da “Lucky Luka” a leggenda

C’era questo ragazzo che era solito calciare la palla intorno al parcheggio dell’hotel tutto il giorno“. Queste le parole del presidente dell’NK Zadar Josip Bajlo, squadra locale delle giovanili in cui giocava il piccolo Modrić. “Lucky Luka” così lo chiamano. E se pensiamo alla sua infanzia, Modrić può davvero ritenersi un uomo fortunato. Nato in una famiglia di rifugiati fuggiti durante la guerra in Bosnia, durante l’infanzia ha vissuto con i suoi occhi i terribili eventi bellici del suo Paese. La passione per il calcio gli ha dato speranza, ma soprattutto un futuro costruendo da zero la storia di una leggenda vivente.

Dai parcheggi di un hotel croato dove alloggiavano i profughi alle 500 (e oltre) presenze in maglia blancos. L’ultimo riconoscimento? La spontanea standing ovation allo stadio Vallecas del Rayo Vallecano. 

Eterno. Anche oltre la scadenza naturale del contratto con i blancos che coincide con il 30 giugno 2024. Non sappiamo ancora cosa sarà del suo futuro: nel frattempo, godiamoci gli ultimi lampi di un fuoriclasse. Leader eclettico e silenzioso. Luka Modric è pura magia.

Lorenzo Bloise

Classe 2001, nato nel comasco, oggi pendolare a Milano. Amante dello sport in tutte le sue sfaccettature: giocatore di provincia di basket, con il calcio mi sono limitato alla PlayStation. Cresciuto tra un doppio passo di Cristiano Ronaldo e un fadeaway di Dirk Nowitzki. Davanti alla televisione, allo stadio o al palazzetto con la stessa curiosità di un bambino. Highlights, repliche, interviste e dirette notturne: ogni scusa è buona per non perdermi nulla. La letteratura mi ha aiutato a riscoprire la bellezza e l'efficacia delle parole: le stesse che mi permettono di raccontare ciò che gli altri si limitano a guardare. Storie, anedotti e culture che si intrecciano tra di loro: per me lo sport è questo e tanto altro.

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