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Lavorava come elettricista, ora segna al Mondiale con l’Australia: la rivincita di Mitchell Duke

Nella sua esultanza dopo il gol c’è tutto. Una corsa che parte dall’area della Tunisia e si spegne davanti alla tribuna, proprio di fronte agli occhi di suo figlio Jaxson. Mitchell Duke non avrebbe mai pensato di vivere questi momenti. E se oggi ha segnato il suo primo gol a un Mondiale, deve dire grazie a chi è seduto in panchina. 

 

 

 

 

Tra fallimenti e rivincite: la storia di Mitchell Duke

 

Partiamo dalla fine. Mitchell Duke – attaccante classe 1991 di proprietà del Fagiano Okayama – non aveva mai giocato un Mondiale prima d’ora. Nessun ct australiano aveva mai creduto in lui, lasciandolo a casa sia nel 2014 che nel 2018. Le speranze di esordire in una Coppa del Mondo, nella sua testa, erano pari a zero. L’età che avanza, la fiducia che diminuisce. Ma poi, proprio nell’estate del 2018, arriva la scossa che gli riaccende quella fiamma che stava per spegnersi. L’Australia cambia in panchina, facendo tornare Graham Arnold. L’uomo che ha cambiato la vita di Duke.

 

 

 

 

Per capire il perché bisogna riavvolgere il nastro e tornare nel 2009. Mitchell è uno dei tanti ragazzi che sogna di sfondare nel calcio che conta. E’ appena entrato nelle giovanili dei Central Coast Mariners dopo aver preso bocciature su bocciature da diverse squadre. Per tanti non era ancora pronto fisicamente, per altri non aveva talento. Critiche che in fondo gli sono servite per alimentare la voglia di prendersi una rivincita. 

 

Professionalità e tanti sacrifici. La filosofia di Duke è sempre stata la stessa sin dall’inizio. Durante l’high school era abituato a svegliarsi all’alba per allenarsi prima delle lezioni. Un’etica del lavoro che ha portato avanti negli anni, anche durante il periodo nelle giovanili dei Central Coast Mariners. Al tempo i soldi del calcio non bastavano, così Mitchell ha anche svolto tre impieghi part-time: la notte lavorava all’aeroporto di Bankstown, una volta finito si allenava con la squadra. Il pomeriggio ripartiva nuovamente: prima un turno come corriere e poi qualche ora come elettricista. 

E’ andato avanti così per mesi, fino ad arrivare al 2012. I Central Coast Mariners affidano la panchina a Graham Arnold e la vita di Duke cambia all’improvviso. L’allenatore australiano gli dà fiducia e una maglia da titolare. Lui ripaga con gol e tanta voglia di fare. E’ arrivata l’ora di lasciare i lavori part-time e concentrarsi solo sul calcio.

 

Dopo tre stagioni in prima squadra, Duke ha iniziato a girare il mondo. Giappone, Arabia Saudita e poi di nuovo Giappone. Le difficoltà nell’ambientarsi in realtà del tutto nuove non sono mancate, ma lui le ha superate come ha sempre fatto: lavorando a testa bassa ogni giorno.

 

 

 

 

Oggi ha chiuso un cerchio aperto anni fa. Nel mezzo difficoltà, fallimenti e rivincite. A 31 anni il suo primo Mondiale, con una dedica speciale a Graham Arnold, l’uomo che gli ha cambiato la vita. Dieci anni fa lavorava come elettricista, ora segna in girata di testa in una coppa del mondo. La rivincita di Mitchell Duke.

Davide Masi

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