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Finito il sogno Mirandés, la Real Sociedad va in finale di Copa del Rey

Dal 2012 a oggi, stessa impresa, stessa maniera di vedere svanire il sogno. Il Mirandés chiude da favola della Copa del Rey questa edizione così come quella di otto anni fa, ancora una volta in semifinale, ancora una volta eliminata da una basca.

Stavolta è stata la Real Sociedad, mai totalmente dominante nonostante la differenza di categoria, ma sicuramente superiore nel gestire un vantaggio rimasto sempre minimo. Decisamente più clemente rispetto a quanto fece l’Athletic nell’altra edizione in cui il Mirandés si spinse così avanti, tanto che il globale fu addirittura di 8-3.

Stavolta un più contenuto 3-1 che non cambia la storia del Mirandés, ma di tanto quella della Real Sociedad. Trentadue anni di attesa, tanto tempo è passato dall’ultima finale di Copa del Rey dei Txuri Urdin, i baschi di San Sebastián: quell’anno persero contro il Barcellona da campioni in carica, visto che avevano messo in bacheca la coppa dell’edizione precedente contro l’Atlético Madrid.

Nell’anno del restyling dello stadio tutto sembra avere un sapore nuovo: l’Anoeta è diventata la Reale Arena, perfetto nome per scandire le due declinazioni del termine. Reale quanto il sogno di riportare un trofeo a casa, ma reale anche nel senso di appartenenza al re, a cui è intitolata questa coppa.

Erano stati proprio loro a eliminare il Real Madrid al Bernabéu, momento cruciale di una stagione che sembrava complicarsi e che invece ha totalmente svoltato da allora: la Real Sociedad oltre a essere la prima finalista di Copa del Rey è anche a 2 punti dal quarto posto Champions, cosa che a San Sebastián non si vede dai tempi di Griezmann.

Merito di una squadra che si è aggrappata ai veterani come Nacho Monreal ma che ha saputo valorizzare tanti golden boy smarriti del calcio: da Isak capocannoniere della Copa a Odegaard rivitalizzato dopo le ombre di Madrid, passando anche per i campioncini d’Europa U21 Merino e Oyarzabal, in attesa che anche il promettentissimo Ander Barrenetxea possa sedersi a quel tavolo.

Lo scenario della finale rischia di essere di lusso, e non solo per la surreale cornice della Cartuja, lo stadio abbandonato di Siviglia, rivitalizzato per ospitare le tre finali delle prossime edizioni della Copa del Rey: l’avversario potrebbe essere l’Athletic Bilbao, i rivali di sempre, per una sfida dal forte sapore anni ’80, quando il calcio basco dominava la Spagna.

Simone Gamberini

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