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Milan, il paradosso di Rafa: il portoghese meglio quando gioca meno?

Milan, Rafael Leao (IMAGO)

Impatto migliore da subentrante: i dati che ci dicono come Leao giochi meglio per il suo Milan quando gioca di meno  

Tagliente e (in)diretto. Così potrebbe essere definito il contributo in campo di Leao per il suo Milan.

Nella pazza serata del Via del Mare, chiusa dai rossoneri in rimonta per 2-3 dopo essere andati sotto di due con la doppietta di Krstovic, è saltato all’occhio un dato particolare: Leao gioca meglio quando subentra.

Il portoghese infatti, entrato all’inizio del secondo tempo per Jimenez, ha servito l’assist decisivo per il gol di Pulisic che ha permesso alla sua squadra di salvarsi da una pericolosa sconfitta.

Il passaggio vincente di Leao non è però il primo “bonus” che il portoghese colleziona quando subentra a gara in corso. E lo dicono i dati: “Rafa gioca meglio quando gioca meno”.

Milan, Leao meglio quando gioca meno? I dati

Che dipenda da fattori mentali o fisici non si sa, ma una cosa è certa. Dei 6 gol e dei 7 assist messi a segno da Leao in questa Serie A, 2 e 2 ne sono arrivati in 4 partite da subentrato. E anche in scontri a distanza piuttosto ravvicinata. Quando gioca dal 1′, Leao non riesce a impattare nella partita così come quando subentra. La fame però certo non gli manca, lo aveva detto Conceição prima di Lecce: “Lui anche se parte dalla panchina vuole sempre dare il massimo e questo mi piace. Più di un assist o di un gol“. 

Prima il gol contro la Lazio alla terza di campionato entrando a 20 minuti dal triplice fischio. Poi il gol contro l’Empoli alla 24esima entrando al minuto 46, sempre al posto di Jimenez, e poi ancora l’assist per Santiago Gimenez nella vittoria di misura contro il Verona. E infine il passaggio vittoria per la rete di Pulisic nella rimonta del Via del Mare contro il Lecce.

Milan, Sérgio Conceição (IMAGO)

Lo dicono i dati: 155 i minuti giocati in queste partite e 4 bonus portati a casa. Chissà che dovendo concentrare le proprie energie, fisiche ma soprattutto mentali, non lo aiuti inconsciamente giocare di meno o a dare il massimo in 30 o 45 minuti.

 

 

 

Andrea Gratissi

Nato nel 2002, vivo di calcio sin dai primi anni di vita. Ho giocato per diverso tempo tra i pali, ma poi ho capito che forse questo sport era meglio raccontarlo piuttosto che giocarlo. Il Fantacalcio una delle mie più grandi passioni, unita ad una forte ammirazione per i paesi del nord Europa. Tra le squadre del cuore? I vichinghi del Djurgården e i Faroensi del KÍ Klaksvik non sono di certo da meno. Sono anni che mia madre mi dà del folle. Probabilmente dovrei cominciare a darle ascolto...

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