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La solidità e un’identità forte: com’è cambiato il Milan con Allegri

Massimiliano Allegri – IMAGO

Il Milan batte l’Udinese e vince la terza partita di fila: l’impatto di Allegri sui rossoneri è sempre più decisivo

Vince ancora il Milan. I rossoneri escono dal Bluenergy Stadium con il terzo successo consecutivo in campionato.

Contro l’Udinese in panchina c’era Landucci, ma lo zampino di Massimiliano Allegri sta passando tutt’altro che inosservato. La vittoria del Milan, infatti, è un altro tassello importante in questo inizio di stagione, e l’impatto dell’allenatore rossonero è stato fin qui decisivo.

Con il successo in Friuli, i rossoneri hanno ottenuto quattro vittorie nelle prime cinque gare stagionali, con l’unica eccezione dell’esordio in campionato.

Ma non è finita qui: il Milan vince e subisce poco, anzi, nulla. Per la terza partita di fila, i rossoneri hanno mantenuto la porta inviolata, un traguardo che non raggiungevano dal febbraio del 2023, quando in panchina c’era Stefano Pioli. Due anni e mezzo dopo, un nuovo Milan ha cominciato la sua stagione con il chiaro obiettivo di riscattarsi, e non sono solo i numeri a raccontarlo.

Milan, l’impatto di Allegri è decisivo

Ma come è cambiato il Milan con Allegri in panchina? Il lavoro dell’allenatore proprio dalla difesa: i rossoneri hanno mostrato solidità nell’avvio di stagione, come raccontano i numeri. Oltre a non subire gol per tre gare di fila, gli uomini di Allegri ne hanno presi solo due, entrambi nel match d’esordio contro la Cremonese.

L’allenatore rossonero vuole creare un’identità forte, partendo dalla difesa e spostandosi verso l’intera squadra: nelle prime cinque partite, Allegri ha sempre schierato la linea difensiva con Tomori, Pavlovic e Gabbia. Ma non solo: in tutto ha schierato 14 titolari diversi, cambiando solo 3 giocatori nelle formazioni iniziali.

Dalla solidità difensiva alla forza nell’identità della squadra, Allegri sta costruendo il suo Milan per tornare a vincere, e l’inizio di stagione lo sta dimostrando.

Stefano Barollo

Nato nel 2005 a due passi dalla Mole, la passione per il calcio è arrivata ben presto e non se ne è mai andata. Cresciuto sui campi, ho sostituito gli scarpini con la penna: le emozioni che trasmette questo sport non hanno paragoni. Poterle raccontare è insieme sogno e obiettivo: la voglia di conoscere nuove storie è un motore inesauribile.

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