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Mihajlovic, la lettera di Mirko: “Ci incontreremo: io in curva, tu in campo”

La scuola è finita, ma Mirko aveva voglia di scrivere. Le lacrime di Mihajlovic sono arrivate anche nella sua stanzetta del Comitato Maria Letizia Verga, a Monza. Lo hanno toccato tanto quanto un gol del Parma, la sua squadra del cuore. Ha 10 anni, troppo pochi per trascorrere luglio in un ospedale piuttosto che correndo sulla spiaggia dietro ad un pallone. Sta facendo i conti con la leucemia, che è vigliacca e colpisce senza guardare l'età. Per questo ha voluto ascoltare le parole dell'allenatore del Bologna. Per questo, dopo, ha chiesto un lapis e dei fogli. Perché la malattia è brutta, ma ha un pregio: unisce. 

"Sono Mirko, un bimbo di 10 anni con una grande qualità: il coraggioinizia così la sua lettera a Sinisa fino ad ottobre 2018 ero un bambino normalissimo, che giocava, andava scuola e tifava Parma. Poi il 21 ottobre fui ricoverato in ospedale, avevo la leucemia. Io non sapevo cosa fosse, ma con il tempo ho imparato a conoscere questa maledetta malattia. Potevo scegliere due modi per affrontarla: piangere tutto il giorno e lamentarmi sempre o farmi coraggio e andare avanti. Decisi di farmi coraggio e di andare avanti".

Mirko non è solo in questa sua battaglia. L'amore della famiglia su tutto, ma anche il calcio: "L'aiuto più grande l'ho ricevuto dai giocatori del Parma, specialmente da Gazzola e Inglese. Sono passato come te dai campi da calcio, dove seguivo la mia squadra del cuore, a doverla guardare in televisione. Questa passione mi ha aiutato a far passare tutti questi mesi. Riguardavo le partite e leggevo tutto quello che riguarda il calcio. A maggio, però, ho ricevuto un'altra brutta notizia: le cure non bastavano più, dovevo fare il trapianto. Oltretutto era anche finito il campionato…".

Mirko non si arrende, perché ha 10 anni ma è un gigante: "Il 14 maggio ho fatto un trapianto del midollo e ora sembra andare tutto bene. L'altro giorno, quando ho visto la tua conferenza stampa, ti ho visto particolarmente triste. Nessuno più di me può capire le tue paure, perché anche se ho 10 anni la paura è uguale per tutti. Io mi sento di dirti di non mollare, di far uscire tante lacrime perché sono segni di forza e di fare tutto quello che bisogna fare, perchè si guarisce più in fretta. Spero che i miei consigli ti siano d'aiuto. E chissà, magari un giorno ci incontreremo io in curva e tu in campo. Un abbraccio speciale da Mirko. E ricorda: il lupo a volte non è così cattivo come sembra. Ciao". 

 

Simone Golia

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