Napoli, McTominay (IMAGO)
Arrivato nel calciomercato estivo della scorsa stagione, lo scozzese ex United ha trascinato gli azzurri di Conte al secondo scudetto in tre anni tra gol, strapotere fisico e leadership iconica, per un 2025 da incorniciare
A volte, per misurare il peso del cambiamento, basta soltanto posare lo sguardo sul calcio. L’esempio perfetto, in questo senso, è proprio Scott McTominay. Lisbona, 10 dicembre 2025, post gara di Benfica-Napoli, Josè Mourinho, fresco di vittoria per 2-0, si presenta in sala stampa con un sacchetto e, incalzato dai giornalisti sul contenuto, allude proprio allo scozzese, dichiarando che il dono della sua maglia al termine del match fosse “il minimo dopo aver messo fuori Pogba per lui”.
Da quella stagione d’esordio 16-17, chiusa con la vittoria condivisa dell’Europa League e alimentata da un’annata successiva da protagonista, sembra passata una vita intera. Il rendimento di McTominay, formato 2025, parla chiaro: 18 gol e 8 assist tra club e nazionale, scudetto, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, premio di miglior giocatore di Serie A e miglior calciatore scozzese dell’anno solare. Riassunto: dominio assoluto.
A conquistare è però l’evoluzione psico-tattica, fortemente influenzata da Antonio Conte e dall’ambiente campano. McTominay, infatti, è sempre più il soldato perfetto piovuto dentro il sistema orchestrato dall’allenatore leccese, il guerriero mai domo pronto a rappresentare la fame di un popolo. La sua posizione in campo prescinde da ogni disegno: inserimenti costanti, altruismo e generosità in fase difensiva rivelano così un’imprescindibilità marcata, giustificata anche dallo strapotere fisico capace di spaccare letteralmente in due il nostro campionato, plasmandolo a sua immagine e somiglianza.
L’affare del ds Giovanni Manna, con la benedizione di Aurelio De Laurentiis, per 30,5 milioni può dunque dirsi azzeccato. A prescindere dal campo visto l’impatto emotivo di McFratm sull’universo Napoli. Il duopolio tra pallone e iconografia, così, coesiste senza alcun timore di smentita.
Il 2025 di Scott McTominay è indissolubilmente legato ad Antonio Conte: la voracità ossessiva per la vittoria dell’allenatore, infatti, ha sempre più assorbito il centrocampista che, dal tris esterno del Napoli a Firenze dello scorso gennaio, impreziosito da un gol dei suoi, non si è praticamente mai fermato in termini di apporto. La rovesciata col Cagliari, punto esclamativo nella sfida elettrizzante a distanza contro l’Inter di Inzaghi, è il manifesto più dolce e imperioso dentro il secondo campionato in tre anni vinto dagli azzurri. Effetto Vidal, dunque, per lo scozzese che, proprio come il cileno prelevato un decennio fa circa dalla Juve via Bayer Leverkusen, ha reso suo il cuore del pensiero contiano, tra botte da fuori, esultanze furiose, sorriso sempre in vista e capacità impareggiabile di saper interpretare il momento.
L’arrivo di De Bruyne e qualche timida, conseguente perplessità, non hanno minimamente scalfito la fiducia reciproca, ben più salda delle fuorvianti statistiche. Lo sfortunato infortunio del belga e le recenti prestazioni dello scozzese hanno poi lanciato un messaggio in grado di ripristinare l’ordine delle cose anche questa stagione: testa, cuore e gambe, titolo di una biografia di Antonio Conte, per McTominay, sono ormai un mantra da non potersi più scollare.
La parabola di Scott McTominay dentro il cuore di Napoli, porta con sé una significativa sliding door: il sentiment applicato allo scozzese è infatti esploso quasi parallelamente all’addio di quel Kvaratshelia capace già anni prima di prendersi la scena. Un chiaro messaggio di come l’amore, nel calcio e nella vita, possa sempre tornare a riempire sotto sfumature diverse e nuove. Le lacrime dello scozzese, al termine della scorsa annata, hanno infatti definitivamente conquistato i suoi tifosi, che, già ammaliati dall’emozione ambiziosa mostrata all’arrivo, gli hanno addirittura dedicato una paninoteca chiamata ‘McFratm’.
Dal Napoli alla Scozia, poi, l’amore per Scott si moltiplica, quasi si incrocia considerando lo straordinario gol che ha trascinato i britannici al mondiale 28 anni dopo contro la Danimarca. In che modo? Con l’ennesima rovesciata, per buona pace dell’amico Højlund, pronto già a consolarsi con gli assist in arrivo nel 2026. Il grigiore di Manchester è alle spalle, la percezione del fuoriclasse ormai raggiunta: dopo anni in chiaroscuro, McTominay è davvero diventato Fratm al tavolo dei più grandi, con tutta l’intenzione di emozionarsi ed emozionare anche in futuro.
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