“Troppo onesto? Lo sarò sempre”. Accento francese, non troppo marcato a dire la verità. Davanti a noi si palesa un ragazzo solare. Con un ‘sorriso a 36 denti’ stampato in faccia. Maxime Lopez è tornato nella sua Francia, al Paris FC dopo quattro anni vissuti in Italia con le maglie di Sassuolo e Fiorentina. Quanta voglia aveva di tornare a parlare un po’ di italiano. “Mi mancava – dice ridendo ai microfoni di Gianlucadimarzio.com -. A dirla tutta mi mancano i rapporti umani. Ho incontrato persone straordinarie, davvero. Mi dispiace per come si è chiusa l’avventura al Sassuolo. Firenze? Ho vissuto l’anno più bello della mia vita sotto l’aspetto umano”.
Maxime lo troviamo capolista in Ligue 2. Con il suo Paris FC (club recentemente acquistato dall’imprenditore francese Bernard Arnault) e suo fratello Julien Lopez. Il primo è un centrocampista, il secondo è un’ala mancina. “Sto bene a Parigi. E te lo dice uno che è nato a Marsiglia (ride, ndr)”. Per chi non lo sapesse, le due città si trovano a 775,6 km di distanza l’una dall’altra. “Dopo la stagione complicata alla Fiorentina volevo tornare a casa. Qualcuno è rimasto sorpreso dal fatto che abbia deciso di firmare in Ligue 2. Ma la verità – spiega Lopez – è che questa estate il mio calciomercato è stato difficile. Non ho ricevuto proposte che reputassi interessanti”.
Il francese non si sbottona sulle possibili destinazioni. Ma quando parla dell’Italia è un fiume in piena. “È stata una tappa bellissima. Mi mancano i ristoranti, le persone… Anche il mio autista che ormai non vedo più”. Con malinconia. Un pizzico di nostalgia che rende autentica la sua testimonianza. “Guardo il mio cane e penso all’Italia. Per voi è un animale che è allo stesso livello dell’uomo. È bellissimo tutto questo”.
Un addio quasi non voluto. Ma che ormai è alle spalle. Anche perché l’obiettivo è portare il Paris FC in Ligue 1. Ma sul Sassuolo, Maxime non fa sconti. “Non ho avuto problemi con nessuno, tifosi compresi. Ho sempre dato tutto in campo e mi è dispiaciuto ricevere gli insulti quando si è iniziato a parlare di un mio addio”. Facciamo chiarezza. Maxime Lopez termina la sua esperienza alla Fiorentina e torna a vestire la maglia neroverde. Che nel frattempo è retrocessa in Serie B. “Non mi sentivo di restare. A Fabio Grosso (nominato allenatore, ndr) gliel’ho detto. ‘Sei bravo, so che mi faresti giocare. Ma io non voglio restare‘”. Se avesse avuto un giorno per raccontare questa parentesi, probabilmente sarebbe rimasto a parlarne 24 ore. Ma il racconto del francese si chiude con un rassegnato “Va beh, basta…”.
Momenti più o meno bui. Come quelli con la Fiorentina. “In alcune circostanze meritavo di giocare di più. Non sono stato un gran giocatore per il club, lo ammetto. Ma anche alcuni miei compagni mi dicevano ‘Maxime… Ma perché non giochi?’“. Il francese chiude la sua avventura in Toscana con 31 presenze (tra Serie A, Conference League e Coppa Italia) e un gol. “Cosa potevo fare? Accetto le decisioni dell’allenatore (Vincenzo Italiano, ndr) con il quale ho avuto un buon rapporto”. Nello specifico. “Adoro ‘giocare corto’. Ecco, lui mi ha fatto capire che questa è una possibilità. Ma che in certe situazioni si può giocare anche con la palla lunga. E mi è stato d’aiuto per questo”.
Insegnanti. Prima ancora che allenatori. Due in particolare, passati dalla ‘sua’ amata Marsiglia. Roberto De Zerbi e Rudi Garcia. Al solo nome, Maxime cambia espressione. Seppur in maniera inconscia. “Il primo è un genio – esclama – Vuole che ti diverti. Ho trascorso otto mesi con lui (al Sassuolo, ndr). Se solo ci ripenso…”. A cosa? “Beh, avevamo una squadra di ‘fenomeni’. Berardi, che reputo il calciatore più forte con cui abbia giocato. Raspadori che era molto giovane, Caputo che voi italiani rispettate tanto. Ma anche Boga, Traorè, Locatelli… Troppo, troppo forti”. E aggiunge. “Quando è andato via gli ho fatto una confidenza: ‘mister, se fossi rimasto anche nella stagione successiva saremmo arrivati in Europa’. Magari non in Champions League, ma comunque nelle prime posizioni”.
E da Alessio Dionisi, che reputa un “buon allenatore” fino a Garcia che ha provato a riaverlo con sé. L’ex allenatore della Roma ha lanciato Maxime Lopez. Qualche numero: 116 partite, 5 gol e 17 assist con l’Olympique Marsiglia. “Siamo sempre rimasti in contatto. Quando è andato al Napoli abbiamo parlato di un mio possibile trasferimento. Io stavo facendo bene e quella sarebbe stata la città perfetta per me. Ma alla fine disse che avrebbe pensato a un altro profilo. Per come è terminata l’avventura è stato meglio accettare Firenze”.
Sotto certi aspetti, Maxime è lapidario. Brutalmente onesto. E ciò certifica la sua totale autenticità. “Quando cambi divisa perdi tanti amici. Io gioco molto alla PlayStation, in particolare a FC25 e Warzone con Nasri, uno dei miei migliori amici. Ai tempi del Sassuolo c’erano Berardi e Laurienté… Ma ora non è più la stessa cosa. Non possiamo fare finta di essere legati come un tempo“. Un concetto che non vale per tutti. “Nella passata stagione (2023/24, ndr) ho avuto un amico come Jonathan Ikoné che mi ha aiutato parecchio. Un ‘frere’ (fratello). Abitavamo a dieci secondi di distanza, mi passava a prendere per andare agli allenamenti. E anzi – aggiunge emozionato – ne approfitto per mandargli un grande abbraccio visto che nei giorni scorsi ha perso suo papà”.
Ben oltre il calcio. Ben oltre i 90′. “Ho legato anche con Nzola, Kouame. Insomma… Umanamente è stato l’anno più bello della mia carriera“.
Amicizie sincere. Leali. Comunque salde nonostante la distanza. Oggi c’è un Paris FC da portare in Ligue 1 (per la prima volta nella sua storia). Ma prima di salutarci vogliamo chiudere un’altra piccola parentesi. Aperta nella sua esperienza italiana. Grazie al gol di Maxime Lopez, il 27 ottobre del 2021 il Sassuolo raccoglie la sua prima storica vittoria in casa della Juventus. Che già di per sé resta epico. Il ‘plus’? Il ‘Sium’ di Cristiano Ronaldo realizzato dal francese. “Sono un fan di Messi. Segnai e c’erano dei tifosi pronti a insultarmi, il che è la normalità. Ma è in quel momento che ho pensato di esultare come CR7. Non me l’ero preparato“. L’Italia è un capitolo ormai chiuso? “Non avrei mai pensato di giocare in Serie A. Ma il vostro calcio è perfetto e son contento di esserci stato. Ora sono a Parigi, c’è un progetto importante che ho apprezzato. Anzi, io ho firmato prima ancora dell’annuncio di Arnault. Siamo un po’ come il Sassuolo di oggi, in Serie B ma con tanti giocatori da A”.
Con nove presenze e due gol in questa prima parte di campionato, la Francia di Didier Deschamps può contare su un Maxime Lopez in più. Ma il centrocampista non ci pensa. “Sono ancora lontano. Sarebbe da matti e stupidi dire ‘voglio andare al Mondiale’ o qualcosa del genere. Non ci penso neanche un secondo, la mia testa è al Paris FC”.
E le sue giocate nella mente di tanti tifosi italiani. Non solo di Fiorentina e Sassuolo. Perché quel ragazzo con la maglia numero otto ha fatto divertire tanti appassionati. E chissà che un giorno non possa tornare a farlo.
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