Sul braccio destro ha un tatuaggio che lo ritrae da bambino con la maglia ‘Tommy 30’ sulle spalle di un adulto ‘Enio 1’, entrambi rivolti a guardare uno stadio in lontananza. Un’immagine che rappresenta l’inizio del percorso di Tommaso Martinelli, che da bambino ha iniziato a giocare come attaccante e il suo primo allenatore alla Sales, Enio Quintavalle, lo ha spostato tra i pali prima di morire 8 anni fa. Dopo la sua scomparsa, il giovane portiere della Fiorentina si è tatuato la persona che gli ha cambiato la vita. Oggi, domenica 2 giugno 2024, contro l’Atalanta il classe 2006 fa il suo esordio in Serie A.
Nato nel comune di Bagno a Ripoli, proprio dove oggi sorge il Viola Park, e cresciuto nella zona di Piazza d’Azeglio nel cuore di Firenze, la passione per il calcio e per la Fiorentina gliel’hanno trasmessa suo fratello Giacomo e suo padre Leonardo. Legatissimo ai genitori, il classe 2006 ha anche una sorella, Sara. All’età di 9 anni, Tommaso è entrato nelle giovanili viola e quando non giocava andava in Curva Fiesole a vedere le partite. Avrebbe fatto l’abbonamento anche la scorsa stagione, ma è arrivata la chiamata per il ritiro a Moena che gli ha scombinato i piani e poi la prima convocazione. Rosati gli ripeteva che per età poteva essere suo figlio, e con i grandi ha ritrovato una figura chiave come Max Benassi, che era stato promosso come preparatore dei portieri dall’U17 alla Prima Squadra.
La scorsa stagione è stato ancora utilizzato da sotto età da Alberto Aquilani in primavera. E a dicembre ha ricevuto l’ennesima chiamata inaspettata. Stavolta era Roberto Mancini, che lo aveva convocato a Coverciano per uno stage. In quell’occasione era l’unico 2006 insieme a Pafundi, i soliti 2 che qualche mese prima erano stati aggregati in Prima Squadra per il ritiro estivo, tra tutte le società di Serie A.
Lo scorso aprile, la Fiorentina ha ufficializzato il suo rinnovo fino al 2026 ed è stato inserito dal The Guardian tra i 60 migliori talenti al mondo. Quest’anno è stato confermato in Prima Squadra, come terzo alle spalle di Terracciano e Christensen, e avrà la possibilità di essere allenato da Marco Savorani, un’eccellenza nel panorama internazionale come preparatore dei portieri, che la società viola condivide con la Nazionale di Spalletti. Il maestro migliore possibile per crescere, in attesa dell’esordio al Franchi, a difendere la porta con alle spalle quella curva dove andava a cantare fino a qualche anno fa.
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