È stato il giorno dell’ufficialità dello Scudetto in casa Inter. Dopo la festa, è arrivato anche il momento delle parole. Prima quelle dell’allenatore Antonio Conte, poi sempre a Sky Calcio Club anche dell’ad nerazzurro Giuseppe Marotta.
Anche lui tra gli artefici del successo che ha spezzato l’egemonia della Juventus: “Il gap era notevole. Lo scorso anno siamo arrivati a un punto solo dalla Juventus, quest’anno aver vinto a quattro giornate dal termine è stato per nostro merito. Potremmo chiudere la stagione a 94 punti, non è demerito di chi ci ha conseguito”.
Marotta ha voluto sottolineare i tanti meriti di Conte: “L’ha definita un’opera di arte, è stato un vincente da giocatore e lo è da allenatore. Ha trasmesso valori a ragazzi che, tranne Vidal, non avevano mai un vinto il titolo. Il merito va ascritto a lui, è il leader di questo gruppo: ha portato la sua esperienza e la sua cultura del lavoro. A Torino avevamo vinto tre Scudetti insieme, l’ho proposto perché lo ritenevo l’allenatore al posto giusto al momento giusto. Anche per il futuro ci dà ampie garanzie, con lui abbiamo risolto il problema. L’ingaggio? Meglio prendere un giocatore in meno e un allenatore bravo”.
Anche se a un certo punto sembravano vicini all’addio: “Quando ha fatto quelle esternazioni era per stimolare ulteriormente la società, noi andavamo un po’ a rilento. Era un conflitto di stimolo, ma volevamo raggiungere entrambi qualcosa di importante. Preferisco una persona trasparente rispetto a chi non è sincero”.
La prossima stagione è ancora lontana: “La pandemia e le contrazioni finanziarie ci costringeranno a fare aggiustamenti, ma ne parleremo più avanti. Ora vogliamo goderci questo momento straordinario”. Con un sogno ben preciso: “Vincere anche l’anno prossimo e ottenere la seconda stella”.
Anche se non mancherà la concorrenza: “Il gap è stato parzialmente colmato, ma ci sono tante società che hanno voglia di vincere. L’Atalanta è uno straordinario esempio e partirà tra le favorite, Gasperini ha seminato bene e consoliderà il suo modo di fare calcio”.
Decisivo è stato anche il contributo di Romelu Lukaku: “L’acquisto più difficile, anche per l’investimento. Ma Conte è stato un vincente anche qui”.
Ultime parole dedicate all’addio alla Juventus, avvenuta alla fine del 2018: “Era fisiologico. Quando arrivai Andrea Agnelli era alla prima esperienza, anche Paratici era un ragazzo. Quando non c’è più spazio bisogna avere il coraggio di fare un passo indietro. Il sabato è arrivata l’ufficialità del mio addio e la domenica ho ricevuto il messaggio di Steven Zhang. Ho raccolto subito una nuova sfida”.
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