Da Torino ad Alessandria per crescere. Maturare. Fare gol. Sognando di ripetere quanto di buono messo in mostra in Serie C anche in maglia granata. Per Manuel De Luca la prima, vera, stagione coi professionisti – dopo gli ultimi 6 mesi della scorsa annata a Renate – è stata davvero ricca di soddisfazioni. Che impatto coi grigi! 38 presenze e 12 gol tra tutte le competizioni per l’attaccante classe ‘98, con l’ultimo segnato contro la Pro Vercelli nel primo turno dei playoff. “Alessandria è una piazza ambiziosa che ringrazierò per sempre. Qui ho colto l’opportunità di mettermi in mostra trovando continuità soprattutto dal punto di vista realizzativo: mi ero prefissato l’obiettivo dei 10 gol e l’ho raggiunto”.
E superato. “Sento di essere migliorato sotto ogni punto di vista. Avevo tanta voglia di esprimere il mio potenziale insieme agli altri ragazzi giovani incontrati qui”, racconta De Luca in esclusiva per Gianlucadimarzio.com. Una stagione iniziata con qualche difficoltà e conclusasi in crescendo, quella dei ragazzi di Gaetano D’Agostino prima e di Alberto Colombo poi, con tanto di qualificazione ai playoff guadagnata nell’ultimo match di regular season. “L’avvicendamento in panchina è stato colto in maniera positiva, e visti i risultati, la scossa è servita”.
Ora però per De Luca è giunto il momento di dire addio ad Alessandria e anche alla Serie C. Terminato il prestito, ecco il ritorno al Toro. “Non so ancora cosa accadrà, aspetto che il mio agente vada a parlare col Torino per capire che intenzioni hanno”. Un’opzione sarebbe un altro prestito per ‘farsi le ossa’: “Dopo un campionato positivo in Serie C potrei mettermi alla prova in una squadra di Serie B”.
II sogno però è quello di diventare protagonista con quella maglia granata sognata fin da bambino: “Lottare per quei colori significa mettercela sempre tutta, con spirito di sacrificio e cattiveria agonistica. È il famoso spirito Toro. Sinceramente a me piacerebbe andare in ritiro con loro per potermi giocare le mie opportunità e sfruttare l’occasione come fece Cutrone al Milan all’inizio della scorsa stagione: partire dietro nelle gerarchie ma scalarle pian piano segnando nelle amichevoli pre campionato per poi diventare un giocatore su cui poter puntare”.
De Luca col ‘suo’ Toro ha già esordito. Correva il gennaio 2018, quarti di finale di Tim Cup. Derby contro la Juve: non proprio una partita qualsiasi. Sulla panchina della squadra del presidente Cairo sedeva Sinisa Mihajlovic: “L’esordio è stato davvero inaspettato. In un derby, poi… Ricordo che Niang si era fatto male e Attilio (Lombardo, ndr), il vice di Mihajlovic, mi ha chiamato dicendomi di entrare subito, senza nemmeno il tempo di riscaldarmi. Momenti indescrivibili. Ero talmente emozionato che tutto d’un tratto mi dimenticai di essere entrato a freddo. Forse anche perché mi marcarono Chiellini e Rugani e si fecero sentire”, continua De Luca ridendo. “Per me anche solo allenarmi con loro, pur non giocando, era un onore. Mi ha fatto crescere tanto. Gli allenamenti erano intensissimi”.
Il gruppo del Toro l’ha accolto alla grande fin dal primo momento: “Con me sono stati tutti gentili e disponibili. Ho legato in particolare con Molinaro, Moretti e con i giovani come Berenguer, Bonifazi, Lyanco e Edera”. Senza dimenticare Belotti, capitano e riferimento per i giovani cresciuti nelle giovanili del Toro, ancor più se attaccanti come De Luca: “Anche lo stesso Belotti è stato davvero gentile nei miei confronti. Ricordo un episodio in particolare: durante un’esercitazione, un cosiddetto ‘11 contro 0’, lui chiamava palla e, quando gli arrivava, scaricava ogni tiro in rete. Per me era uno dei primi allenamenti con loro e quando toccava a me ero timido, non la chiamavo e la palla non mi arrivava praticamente mai. Lui allora mi disse ‘fatti sentire e vai a fare gol!’. Lo ascoltai e nell’azione successiva feci subito gol. Il gallo mi fece l’occhiolino e per me volle dire davvero molto”.
Ragazzo a modo e con la testa sulle spalle, De Luca. Nato e cresciuto a Bolzano, parla perfettamente tedesco e appena può torna a casa per respirare aria di montagna e star a contatto con la natura. “Adoro stare a Bolzano e godermi il paesaggio. La montagna. Respirare aria pulita e fare camminate. Purtroppo non ho mai potuto cimentarmi nello sci per ovvi motivi ma mi sarebbe piaciuto molto”.
Ad Alessandria invece “ho imparato a sbrigarmela da solo, anche perché vivo da solo. Me la cavo bene anche ai fornelli: sono fissato con la dieta e mi cucino ciò che prevede. Quando non sono al campo poi mi piace trascorrere il tempo guardando serie tv”. Il calcio però è sempre venuto prima di tutto per De Luca. Fin da quando, da bambino, veniva spesso paragonato ad una bandiera… bianconera: Pavel Nedved. “Avevo una folta chioma bionda e giocavo centrocampista, il paragone nasce da lì” . Lui, per fugare ogni dubbio sulla propria fede, con un suo gol ha deciso ad inizio stagione la prima, storica apparizione della Juve U23 nel campionato di Serie C. Inoltre“il mio idolo è sempre stato Ibra”.
Una passione quella per il calcio nata nella sua Bolzano quando “a 8 anni andavo a vedere mia sorella maggiore che già giocava a calcio. Da quel momento ho iniziato a rincorrere il pallone e non mi sono più fermato. In famiglia poi siamo tutti grandi appassionati di calcio, soprattutto mio padre ma anche mia madre”.All’inizio era ovviamente solo un gioco: “Mi iscrissero alla scuola calcio e pian piano iniziai a fare diversi provini: venivo sempre preso ma poi non accettavo mai le nuove destinazioni perché la distanza solitamente era proibitivae sarei dovuto andare in pullman da solo. Ero troppo piccolo e per me il calcio era solo un divertimento”.Finché “sono andato a giocare nel Sudtirol dove ho cominciato a far sul serio e segnare tanti gol”.Sei mesi all’Inter e poi il Torino dove divenne l’acquisto più oneroso di Cairo per quanto riguarda il settore giovanile (circa 150mila Euro), vincendo la anche della Juventus che si era fatta sotto per accaparrarselo. Ora, dopo l’esperienza positiva di Alessandria, De Luca al Torino ha voglia di tornare. E spera di rimanere. Facendosi largo a suon di gol.
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