Brighton e Manchester United incarnano due modelli opposti. Da una parte la programmazione, la ricerca, la pazienza di chi sa coltivare il talento. Dall’altro le spese folli e la fretta del successo. Ebbene, la stessa serata di Premier League ha decretato il successo del modello Brighton e affossato clamorosamente quello dello United. I gabbiani (Seagulls) hanno battuto 4-0 i diavoli (Red Devils), estromettendo definitivamente CR7 e compagni dalla Champions. Una competizione dalla quale il portoghese non rimaneva escluso dal lontano 2003.
Hanno segnato Caicedo, Cucurella, Gross e Trossard. Soprattutto, il Manchester United ha confermato quei momenti di assenza che ne hanno contraddistinto la stagione: i gol del 2-0, del 3-0 e del 4-0 sono stati segnati in poco più di 11 minuti di gioco. Ora allo United resta solo una partita da giocare prima della fine della Premier. I punti di distacco dall’Arsenal quarto sono 5, troppi per sperare nel sorpasso.
Fino a qualche settimana fa si diceva che il Brighton sarebbe stato determinante ai fini della lotta Champions, dato che in poche giornate avrebbe dovuto affrontare Arsenal, Tottenham e Manchester United. Ebbene, la squadra del sud dell’Inghilterra è stata imparziale come un arbitro: le ha battute tutte e tre, segnando 7 gol e subendone 0. Merito di un allenatore, Graham Potter, che ha l’aspetto del filosofo e l’intelligenza dello stratega.
Il Brighton è una squadra con molti giocatori di medio livello, solo qualche eccellenza (Trossard e il portiere Sanchez su tutti), ma soprattutto un’organizzazione di gioco magistrale. Il “mago” Potter intrappola l’avversario nella sua rete di centrocampo, grazie alla premiata ditta formata dall’argentino Mac Allister, da Bissouma e Mwepu (leggi qui la sua incredibile storia). Poi lo colpisce con delle trame offensive che hanno poco da invidiare a quelle delle big del campionato inglese.
La partita di oggi pone fine all’esperienza di Rangnick sulla panchina del Manchester United: contro il Crystal Palace sarà poco più di una formalità. L’allenatore tedesco (che allenerà l’Austria) era un reggente, lo si sapeva. Ma in attesa che la panchina dello United passi nelle mani del suo nuovo padrone – Erik ten Hag – ci si aspettavano risultati decisamente migliori. Rangnick non ha mai trovato il feeling con lo spogliatoio e con Old Trafford. Ora andrà dietro a una scrivania, da consulente, ruolo a lui più congeniale di quello di allenatore di club. Nel frattempo, però, lo United tornerà a giocare l’Europa League, competizione vinta con Mourinho nel 2017.
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