La storia è scritta: il Manchester City è per la prima volta in finale di Champions League. Mai era riuscito a spingersi così avanti, visto che in passato solamente una volta era arrivato fino alla semifinale, ma era uscito contro il Real Madrid di Zidane nel 2016.
Altra partita, altra epoca: allora c’era Manuel Pellegrini sulla panchina dei Citizens, oggi siede Pep Guardiola, che festeggia anche lui una prima volta importante. Mai dopo l’addio al Barcellona era arrivato in finale di Champions e questa qualificazione celebra il suo percorso, sempre interrotto o da connazionali o da rivelazioni inaspettate come Lione o Monaco.
Stavolta invece un grande risultato di prestigio contro un’avversaria di livello: il Psg vice-Campione d’Europa è stato battuto sia all’andata che al ritorno, con due prove differenti in cui il City ha saputo sia soffrire che colpire. Prima la paura di un calcio di rigore contro assegnato e poi revocato, poi la capacità di sbloccare la partita e allungare nella ripresa.
Ancora una volta ha vinto la tenuta mentale del Manchester City, bravissimo nel gestire le situazioni più complicate e nel dominare quelle favorevoli al contrario di un Psg che così come capitato all’andata quando gli è sfuggita di mano la partita non ha saputo più controllarla, finendo un’altra volta con un uomo in meno.
Il Manchester City scrive la propria storia e ora aspetta la vincente di Chelsea-Real Madrid: o un derby inglese per vendicare la pessima tradizione degli ultimi anni nei “derby” di Champions, o la sfida al Real di Zidane, per prendersi la rivincita della semifinale del 2016. Ma vada come vada questa doppietta di Mahrez, vero uomo simbolo della qualificazione tra andata e ritorno, è destinata a entrare nella storia del club.
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