Per Guardiola servono poche premesse. Se per il Manchester City quella contro l’Inter è solo la seconda nella sua storia, per il catalano è la quarta. Anche se la vittoria non arriva dal 2011. Un digiuno europeo che dura da troppo e che ha portato l’allenatore a evolversi. Chi pensa che giochi ancora con il tiki taka del 2008 si sbaglia di grosso. E a chiarire questo punto ci ha pensato il gol di Gundogan nella finale di FA Cup dopo appena 12 secondi. Palla lunga dal portiere, batti e ribatti in difesa e sassata dalla distanza. Non che il gioco attuale di Guardiola si basi su questo, assolutamente. Ma è un primo avviso di cambiamento.
Partendo proprio dalla sfida contro lo United va analizzato il momento della squadra di Guardiola. Festeggiamenti e relax: così l’allenatore aveva detto che i suoi avevano vissuto l’ultimo periodo tra la vittoria del campionato, dell’FA Cup e l’avvicinamento alla finale. E qualche scoria del campionato si è vista nella finale. C’è stato un Manchester City padrone del campo nel primo quarto d’ora, ma in netta confusione dopo. Dopo il pareggio dello United, è salito il nervosismo che ha fatto perdere fluidità di gioco ai Citizens una volta che gli avversari hanno iniziato a prendere qualche rischio in più.
De Bruyne non giocava da 10 giorni e non è stato particolarmente brillante. Come lui Grealish e Akanji alle prese con qualche problema muscolare. La più grande vulnerabilità del City è nelle fasce: con la difesa a 3, la difesa viene fatta dagli esterni alti (Grealish e Bernardo Silva).
Guardiola con la difesa a 3? Ci arriviamo. La rivoluzione tattica dell’ex Barcellona nasce intorno al dicembre del 2022 e si basa sul 3-2-4-1. Grandi risultati con questo modulo: la rimonta in campionato e la cavalcata in Champions League. Per farvi capire, la prima volta che l’ha usato in Europa è stato nel 7-0 contro il Lipsia dopo aver pareggiato in Germania.
Si passa da un 4-1 in difesa con un solo perno, a un doppio perno davanti a un tre difensivo. Walker e Akanji giocano quasi come normali terzini con l’unico Ruben Dias che rimane dietro e Stones che ormai è diventato centrocampista davanti alla difesa. Almeno per quanto riguarda la difesa, il nuovo sistema è molto simile al 3-4-3 del calcio totale di Cruijff: Ruud Krol e Suurbier come terzini, e un giocatore (Vasovic o Hulshoff) a centrocampo. Stones, insieme a Rodri con Gundogan (orientato sugli inserimenti) e De Bruyne (spesso opera sulla destra) spostati più avanti, formano una sorta di quadrato in mezzo al campo.
Con l’avanzamento di Stones, Rodri può spostarsi sulla sinistra mentre l’inglese è responsabile della metà destra. Questa posizione permette alla squadra di creare un blocco difensivo solido e avere superiorità numerica al centro del campo. Quando la squadra attacca, uno dei due avanza fino al limite dell’area di rigore, mentre l’altro rimane in copertura. Questa rotazione tra i due centrocampisti difensivi rende la squadra fluida sia in fase di possesso che in fase di transizione dando più linee di passaggio e triangolazioni. Poi quando gli avversari hanno il possesso, Stones torna in difesa per formare una linea difensiva tradizionale a quattro.
Entriamo per un attimo in un’azione del Manchester City. Quando Ederson ha la palla, Dias si posiziona nell’area di rigore come opzione di passaggio corto. Walker si allontana mentre Akanji offre opzioni di passaggio sulla fascia destra. Un’altra opzione di passaggio è rappresentata da Rodri, che si posiziona tra i terzini creando un diamante con Dias, Akanji e Walker.
Una volta che la palla arriva a uno dei terzini, Stones si sposta a centrocampo per aprire spazio e far avanzare la palla lungo le fasce. L’obiettivo è concentrare il gioco sulle fasce. Le ali rimangono alte e larghe per isolare i terzini avversari e creare spazio al centro per i giocatori come Haaland, Gündogan e De Bruyne.
Contro un blocco difensivo basso, tattica che l’Inter potrebbe utilizzare, il Manchester City fa affidamento sulle ali per creare ampiezza e allungare la difesa avversaria. La squadra sovraccarica gli avversari di movimenti e i due centrocampisti centrali attirano gli avversari fuori dal blocco difensivo. Questa struttura permette al Manchester City di esercitare un pressing alto e creare superiorità numerica per intercettare i passaggi avversari.
Non solo vantaggi però. Infatti, come avevamo detto, uno dei problemi è lo spazio lasciato sulle fasce. L’uso di cinque attaccanti richiede una difesa più alta e il contributo delle ali in difesa. Sarà fondamentale recuperare palla nel campo avversario. In caso contrario, la squadra deve organizzarsi rapidamente in una difesa compatta, passando a un modulo 4-4-2, con uno dei difensori centrali che torna dietro.
Inoltre, il posizionamento dei difensori centrali può essere rischioso se si affrontano ali veloci. Il 3-2-4-1 può essere vulnerabile agli attacchi tra le linee dove spesso lasciano parecchi spazi. Il Bayern Monaco era riuscito a contrastare il 3-2-4-1 utilizzando il 4-2-3-1. Questo ha portato il Manchester City ad avere meno possesso palla rispetto all’avversario per la prima volta in molti anni.
Ma anche in quel caso, il Manchester City ha guadagnato il passaggio del turno. Non con un sistema perfetto come si pensa, ma forse la vera forza è proprio l’imperfezione. Tra poche ore però, sarà il campo a dare l’unico verdetto che conta davvero.
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