Guardava Ronaldo e Adriano e sognava l’Inter: “Ho sempre avuto il desiderio di giocare in nerazzurro. Non appena ho saputo che il club nerazzurro mi voleva, ho preso la mia decisione e l’ho detto al mio agente”. Idee chiare quelle di Romelu Lukaku, che il suo sogno l’ha realizzato in estate. D’altronde la promessa l’aveva fatta a sé stesso da bambino: “Ero un grande tifoso di Adriano quando indossava questa maglia e lo ero anche di Ronaldo – ha detto Lukaku al Corriere dello Sport – Mi ero ripromesso che se un giorno avessi avuto l’opportunità di giocare in Italia sarebbe stato solo per l’Inter”.
Merito anche di Conte, che non perde occasione per parlare bene dell’attaccante che ha voluto fortemente nella sua avventura nerazzurra: “È uno che vuole vincere sempre, trasmette grandi motivazioni e prepara le partite alla perfezione. Mai vista una cosa così in tutta la mia carriera: quando vado in campo con lui, sono pronto per qualsiasi situazione. Non ne esiste una che può coglierci di sorpresa. Conte è un leader e noi giocatori lo seguiamo pensando solo alla squadra”.
Partito dall’Anderlecht insieme al fratello Jordan e arrivato in Italia, passando per l’Inghilterra. L’Inter lo ha cercato dopo la rottura con Icardi, ma il paragone non ha creato nessuna pressione a Lukaku: “Centoventiquattro sono tanti, ma il paragone con Icardi non mi ha assolutamente creato problemi di nessun tipo. Mauro con i suoi gol ha fatto grandi cose per l’Inter e quando sono arrivato qui è stato molto gentile. Abbiamo parlato come colleghi, mi ha dato il suo benvenuto ed è stato carino con me. Gli auguro il meglio al Psg e spero che vinca lì. Ma tornando a quello che dicevo prima, per me nessuna pressione ad arrivare dopo di lui. Siamo due attaccanti diversi. Lui ha avuto la sua storia qua e io ho da poco iniziato la mia avventura. Io devo continuare a segnare, lavorare ogni giorno, aiutare la squadra e dimostrare che l’Inter ha fatto bene ad acquistarmi”.
Nemmeno l’etichetta di giocatore più pagato della storia nerazzurra gli crea problemi: “Se me ne creasse lo vedreste dalle mie prestazioni – ha continuato Lukaku – Ho giocato per diversi anni in Inghilterra dove ho segnato tanti gol, il Manchester mi ha pagato parecchi soldi e lì ho realizzato 42 reti dopo le 86 all’Everton, ma ho numeri importanti anche con la mia Nazionale e al Mondiale. Il mio lavoro è questo: far bene in campo. Appena sono arrivato qua ho iniziato a osservare con attenzione i miei compagni, ho parlato parecchio con il tecnico di ciò che dovevo fare e ho lavorato molto con il preparatore atletico”.
A gennaio potrebbe ritrovare in Italia Ibrahimovic, che ai tempi del Manchester United gli ha insegnato molto: “Zlatan è un guerriero. Ci somigliamo davvero perché entrambi abbiamo affrontato nella nostra vita circostanze difficili fin da bambini e quando parliamo ci capiamo al volo. Lui fuori dal campo è uno dei tre giocatori più intelligenti che abbia incontrato. Non tutti lo sanno, ma mi ha aiutato tanto quando sono arrivato allo United: si sedeva in fondo al pullman della squadra con me, parlavamo molto e mi dava consigli. Se non si fosse infortunato, giocare in coppia con lui sarebbe stato perfetto. Anche adesso è fortissimo, ha qualità da campione e soprattutto ha quella che noi chiamiamo “dog mentality”, la mentalità di uno che non molla mai la presa. Credo che tornerà in Serie A”, ha concluso Lukaku.
L’intervista completa sul Corriere dello Sport in edicola oggi
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