Interviste e Storie

Nel mondo di Muriel: “All’Atalanta i miei anni migliori. Gasperini può vincere lo Scudetto”

Luis Muriel (Imago)

Gli anni all’Atalanta, il rapporto con Gasperini e l’idea di tornare in Italia mai abbandonata: la nostra intervista a Luis Muriel

Quando si pensa a Luis Muriel, il pensiero corre veloce a Bergamo, a quel nero e azzurro che per quattro anni e mezzo ne ha custodito estro e leggerezza. Stagioni che hanno abbracciato lampi di talento e partite trasformate in scie leggere, gesti rimasti impressi nella memoria. 184 partite, una galleria di istanti che ancora brillano. E un fotogramma che più di tutti sembra sospeso nel tempo: il tacco al Milan, un capolavoro nato dall’istinto puro: “È tutto istinto, sono cose che non puoi allenare. Quando ho visto la palla entrare è stata un’emozione bellissima, è stato un momento molto, molto bello. Ancora me lo ricordo e posso sentire lo stadio, posso sentire tutti i miei compagni intorno. Mi ricordo bene tutto“.

Uno dei gol più belli della sua carriera? Muriel ha pochi dubbi: “Per l’istante, per quello che ci ha dato in quel momento. È stata una vittoria bellissima all’ultimo minuto e segnare di tacco è stato molto bello“.

Ma l’album dei ricordi nerazzurri non si ferma lì: “Mi porto tutto. Sono stati i migliori anni della mia carriera. Ho tanti bei ricordi e tante cose che mi porto dietro. Quando riesco, come questa volta, sono felice di venire e viverla di nuovo“.

In pochi conoscono l’essenza dell’Atalanta meglio dell’attaccante colombiano, e in pochi sanno spiegare le difficoltà della Dea nella prima parte di stagione: “Si poteva immaginare. Perché continuare quel percorso dopo Gasperini è difficile. L’Atalanta ha raggiunto un livello alto ed è diventata forte. Per mantenersi in quel modo bisogna continuare a lavorare e cercare di limitare le cose negative che possono interrompere il percorso che ha iniziato Gasperini tanti anni fa“.

Il rapporto con Gasperini e la nuova Roma ‘da scudetto’: l’intervista a Muriel

A sentirlo parlare di Gasperini quasi gli brillano gli occhi: Il nostro rapporto era bellissimo“, ci racconta. “È un allenatore molto esigente a livello fisico, a livello tattico, che chiede molto ai giocatori e magari quando le cose non sono fatte come le vuole lui, può tirare fuori quel carattere forte che ha e tanti giocatori magari alla fine non riescono a reggere quei ritmi. Penso che con me il rapporto sia stato sempre buono, anche perché io sono un ragazzo tranquillo che non dà mai problemi“.

Ma a proposito di ‘quei ritmi’, Muriel ha visto delle somiglianze fra la sua Atalanta e quella di Juric? Spoiler: no. “Era difficile vedere le cose che facevamo noi con Gasperini nell’Atalanta di adesso. Ho sempre sperato di vedere quell’Atalanta, di vedere che il percorso e il cammino iniziato tanti anni fa continuasse. Perché quando vedi la tua squadra del cuore, speri sempre che le cose vadano bene. È stata dura e spero che con questa nuova scelta le cose possano cambiare“.

E invece Gasp in giallorosso è una situazione che sembra funzionare: “Come lo vedo? Bene, è primo in classifica (ride, ndr). Se i suoi giocatori lo seguono, con una squadra come la Roma può fare tante cose belle. Io gli auguro le cose migliori. Ha un organico e una squadra che – con il suo modo di giocare – può sicuramente puntare al massimo. Scudetto? Sì, lo può vincere! Ha una grande squadra e lui è un grande allenatore: può sicuramente vincere lo Scudetto“.

Gian Piero Gasperini, allenatore Roma (IMAGO)

La Sampdoria e il futuro

Se Bergamo è il luogo dove si è completato, Genova resta una ferita dolce, un legame mai realmente sciolto. La Sampdoria, per Muriel, è ancora un affetto vivo, una squadra che osserva da lontano ma sente vicina, ha detto nella sua intervista. “È un’altra squadra che seguo tantissimo, la seguo tanto e soffro anche tanto vedendo come stanno andando le cose. Spero tantissimo che questa situazione possa cambiare e migliorare. Sia i tifosi che la città hanno bisogno di rivedere la Samp in Serie A e io spero che questa cosa accada il prima possibile“.

E mentre il passato scalda il cuore il futuro chiede spazio, perché guardarsi indietro è bello, ma proiettarsi in avanti è necessario: “Vedrò il mio procuratore e parleremo di un po’ di cose. Ho ancora un anno di contratto con l’Orlando e ho fatto una scelta due anni fa”. L’idea però di un altro ritorno non viene scartato a priori: “Sì, mi piacerebbe tornare. Dopo il primo anno ho sentito tanto la mancanza del calcio italiano e dell’Italia”.

In fondo, ascoltare Muriel è come sfogliare le pagine di una carriera fatta di scatti improvvisi, nostalgie dolci e ripartenze sempre possibili. L’Atalanta che l’ha cresciuto, la Samp che gli è rimasta dentro, l’Italia che continua a chiamarlo anche da lontano: tutto convive in un presente che sa ancora di possibilità. Perché alcuni talenti – come certe storie – trovano sempre la strada per tornare.

Pier Francesco Monachino

“Dal calciare le bottigliette di plastica nel cortile delle elementari al sogno Champions League”. Se dovessero scrivere un pezzo su di me inizierebbe così, e invece le storie sono io a scriverle. Nato nel ‘99, il Massimino di Catania è sempre stata casa mia, dal gol salvezza di Martinez contro la Roma a quello di Ibra in una sera del 2009 che lo ha reso il mio idolo! Nonostante il gol lo abbia subito…

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