Mircea Lucescu ha parlato ai microfoni del Il Corriere dello Sport. L’allenatore della Dinamo Kiev (che prenderà parte ad amchevoli per la pace: qui il programma) si è espresso sul conflitto in corso in Ucraina e sulla necessità di far ripartire il calcio.
L’allenatore rumeno ha commentato così gli orrori della guerra in corso in Ucraina: “Il calcio al tempo della guerra è un qualcosa di atroce. Nella mia carriera prima da giocatore e poi da allenatore me ne sono successe di tutti i colori, ma di un’esperienza simile avrei fatto volentieri a meno perché è la più terribile di tutte. Ma il pallone può e deve rotolare anche quando esplodono le bombe. C’è bisogno che il calcio non si fermi in Ucraina, che porti in giro il messaggio di un popolo che non si piega come durante i primi mesi della pandemia. Il coinvolgimento emotivo che solo il calcio può dare è importante per chi lotta per la vita”.
La sua Dinamo Kiev e lo Shakhtar Donetsk hanno ripreso gli allenamenti, rispettivamente in Romania e Turchia, nella speranza di poter tornare a giocare presto: “Portiamo in giro per il mondo il dramma di un popolo che è stato attaccato, ma che non molla. Manca il cibo e c’è paura per le bombe che piovono dal cielo, ma il coinvolgimento emotivo che solo il calcio può dare è importante per chi lotta per la vita. Ora la normalità è un lontano ricordo, ma prima o poi l’orrore della guerra sparirà”.
Poi ha aggiunto: “Nel frattempo lo sport tiene unite le persone nei momenti più bui, crea un collegamento tra chi è fuori dall’Ucraina e chi è dentro a lottare per la libertà. Stiamo organizzando delle amichevoli per raccogliere fondi da inviare in Ucraina. La prima la disputeremo il 12 contro il Legia Varsavia, ma ne abbiamo altre 2-3 da confermare con la Dinamo Zagabria, la Steaua Bucarest e il Sion. Spero di poter parlare anche con Mourinho e organizzare un match a Roma. Anche PSG e Manchester City hanno dato la loro disponibilità.”.
Il Presidente Zelensky ha concesso ai calciatori la possibilità di lasciare il paese per prepararsi ai playoff Mondiali contro la Scozia: “Il diritto di disputare il Mondiale l’Ucraina vuole conquistarlo sul campo, non attraverso un invito della Fifa. Conosco questi ragazzi: amano il loro lavoro e il loro Paese. Daranno più di quello che hanno dentro per regalare una gioia ai connazionali“.
L’INTERVISTA COMPLETA NELL’EDIZIONE ODIERNA DEL CORRIERE DELLO SPORT
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