In Ligue 1, dietro al Paris Saint-Germain di Messi, Neymar, Mbappé e compagnia bella, c’è il Lens. Un club di grande tradizione in Francia, ma una squadra giovane, che fino a due anni fa navigava in Ligue 2. Nel maggio 2020, i Sang et Or (sangue e oro, come vengono chiamati per i colori sociali), hanno ottenuto la promozione in prima divisione dopo cinque anni di purgatorio e annate senza particolari emozioni. L’anno scorso hanno sfiorato per un solo punto la qualificazione in Conference League, concludendo la stagione a un ottimo settimo posto. Quest’anno, al momento, sono secondi in campionato. Merito di un progetto societario mirato e intelligente, senza spese folli ma valorizzando i giovani in campo: Lens è l’isola felice della Francia del calcio.
Quando Seko Fofana, ex Udinese, scelse Lens nell’estate 2020, tutti rimasero stupiti. Il franco-ivoriano veniva da ottime stagioni in Serie A e non gli mancavano le proposte da club più blasonati o con grandi ambizioni. Lui aveva capito tutto: “Questo club è storico e qui c’è un progetto serio, vedrete” (CLICCA QUI per leggere la nostra intervista di un anno fa). Stiamo vedendo. Della situazione in classifica abbiamo già detto. Della squadra un po’ meno: la media età è di 24,9 anni. Il valore della rosa ammonta a 90 milioni di euro complessivi (secondo i dati transfermarkt). Un decimo rispetto al Paris Saint-Germain, meno della metà del prezzo del cartellino di Neymar pagato dai parigini. Non ci sono stelle, ma solo un senatore: ed è proprio Seko Fofana, che dopo un primo anno ottimo, questa stagione si sta affermando come un leader indiscusso in campo. Lo si trova ovunque, e ovunque domina: recupera, imposta, corre. Detta la via ai ragazzi. Essenza di questo Lens.
Intorno a lui c’è un gruppo di giovani calciatori che iniziano già a far gola a mezza Francia (e non solo): a partire dal difensore Christopher Wooh (classe 2001, strappato a costo zero dal Nancy in estate), Cheick Doucouré a centrocampo (classe 2001) fino ad arrivare ad Arnaud Kalimuendo (classe 2002, QUI la sua storia), la pépite (di proprietà del PSG) già da un anno al Lens, e seguito dall’agenzia di scouting di Francesco Totti (la IT Scouting). Insieme a loro ci sono altri giocatori pescati e scoperti con l’occhio di chi se ne intende: Przemyslaw Frankowski è un esterno destro polacco a tutta fascia, preso dal Chicago Fire in MLS, pagato poco (2,3 milioni di euro), con rendimento già elevato (due gol pesantissimi contro Lille e OM); poi già da un anno è tornato Gael Kakuta, un altro grande talento che è rientrato alla casa madre (era cresciuto proprio a Lens), e che a tratti brilla come faceva ai primi tempi al Chelsea.
Ma non c’è macchina che non vada forte senza un grande pilota: Franck Haise. L’allenatore francese, senza vantare un grande CV (quella dell’anno scorso è stata la sua prima esperienza in Ligue 1), sta dimostrando grandi competenze. L’anno scorso riuscì a battere il PSG: quest’anno il suo Lens ha già vinto contro Olympique Marsiglia e Lille, i rivali di sempre, che in casa non venivano battuti da quindici anni. Il suo 3-4-1-2 è perfetto e fa male. La società cresce puntando sui giovani e senza la minima spesa faraonica (non c’è un giocatore nell’attuale rosa che sia stato pagato più di 8,5 milioni). Corsa, gioventù, pressing, tecnica, gioco seducente ed efficace: il Lens ricorda proprio l’Atalanta. La qualificazione Champions League è già nel mirino.
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