Interviste e Storie

Lo spogliatoio, la garra e il sogno Giovinco: alla scoperta degli AlpaK F.C. con Il Pippega

Il Pippega, team manager degli AlpaK F.C. (Credits: Kings League Italy)

L’intervista a Denny Pippo Arteca in arte “Il Pippega”, il team manager degli AlpaK F.C. squadra della Kings League Italy 

Avete presente quell’amico del calcetto che gioca sempre come se in palio ci fosse la Champions League? Bene, ora prendete la sua garra e moltiplicatela per dieci. Quello che otterrete sarà la perfetta rappresentazione del modo di intendere il calcio di Denny Pippo Arteca, team manager degli AlpaK F.C. conosciuto sul web con il soprannome “Il Pippega“.

Io penso che il divertimento passi dall’agonismo. In una competizione ci sono un vincitore e uno sconfitto, e se nello spogliatoio riesci a creare una squadra che ci crede più dell’altra, non puoi perdere“. Queste potrebbero essere le parole scritte sul biglietto da visita del content creator bolognese, tra i personaggi più esperti del mondo Kings League. Questo perché Il Pippega ha accompagnato gli Stallions durante il primo Mondiale per Club in Messico nel 2024 e gli Azzurra Kings nel Mondiale giocato in casa quest’anno. E sarà inoltre il team manager degli AlpaK F.C., la squadre del presidente Frenezy, nel campionato italiano.

Ma come ha fatto Pippo ad affermarsi in questo mondo? Partiamo dall’inizio. “Ho studiato scienze motorie e ho giocato a calcio fino a 31 sempre nel bolognese. Sui social sono arrivato invece 5 anni fa con le live su Twitch” – ci rivela il team manager. – “Con il tempo ho iniziato a collaborare con i ‘PirlasV’ e con ‘Off_Samuel’, portando sempre più contenuti a tema calcistico“. Fino a quando sono arrivati Piqué e la sua idea della Kings League. “Gerard scelse Blur, lo streamer più influente in Italia, per coinvolgere anche l’Italia nella sua idea al Mondiale per Club in Messico. Grazie a ‘aNc Media’, agenzia di cui sono Talent&Sport Manager, sono entrato anche io a far parte del progetto“, ha aggiunto Il Pippega.

E il resto è storia. “Sono stato il team manager degli Stallions. Ho selezionato e contattato i giocatori durante il provino, organizzato il ritiro. Poi siamo andati in Messico e abbiamo tenuto testa alla formazione che ha poi vinto il trofeo, gli spagnoli dei Porcinos. Un risultato incredibile“, ci confida Pippo. Che aggiunge: “La prova del buon lavoro svolto è che quasi tutti i ragazzi di quel progetto fanno ancora parte del mondo Kings“. Fino ad arrivare al Mondiale in Italia, esperienza che Pippo ha vissuto questa volta da team analyst: “Ho avuto il compito di analizzare i punti deboli e i punti di forza nostri e degli avversari, anche se la mia dote migliore è sempre la formazione del gruppo. E posso dirvi che probabilmente, con un po’ di tempo in più, avremmo fatto meglio. Ma non rimpiango nulla“, ha affermato.

Alla scoperta della Kings League con Il Pippega, team manager degli AlpaK F.C.

Ma dopo mesi e mesi di esperienza sui campi, come spiegherebbe Il Pippega cos’è la Kings League a coloro che non la conoscono ancora? “La prima cosa che dico è di evitare giudizi affrettati. Da umani tendiamo a criticare ciò che non conosciamo. Ma la realtà è che parliamo di una valida alternativa al calcio tradizionale, ben studiata e in continua evoluzione, che suscita emozioni vere grazie alla sua velocità e imprevedibilità“, spiega il content creator.

Si tratta di un’idea che unisce calcio e intrattenimento, in cui le dinamiche dello spettacolo si mescolano alla competizione, che la fa da padrona. Per questo, secondo Pippo, la Kings League non dovrebbe essere vista come uncimitero per gli elefanti“, ma anzi un posto in cui i giovani che hanno avuto meno possibilità di stare sotto i riflettori possono trovare un’occasione per rimettersi in gioco. “Nel calcio vince una squadra su venti. Questo è il posto per le altre diciannove che hanno fame, è il posto del popolo. E lo si capisce quando campioni come Totti o Bonucci entrano nel nostro gruppo e ci dicono di sentire le stesse vibrazioni che provavano in passato, venendo plasmati dalla nostra idea e dal nostro entusiasmo, non viceversa“, commenta il bolognese.

Il Pippega e gli Stallions in Kings League (Credits: Kings League)

Perù, vecchie glorie e pronostici

Dopo il Mondiale in Messico è poi nata la Kings League Italy, con data di inizio fissata al 3 febbraio, a cui parteciperanno 12 squadre capitanate dai più importanti influencer d’Italia. “Ho avuto tante offerte vista la mia esperienza nella competizione. La mia idea era quella di continuare con gli Stallions, ma parlando con Frenezy, che ha subito creduto in me, ho cambiato idea. All’inizio un team vale l’altro, ma dopo che mi ha rivelato il nome della squadra mi sono convinto. Abbiamo oggettivamente il brand più forte e coccoloso, che ha coinvolto perfino tifosi dal Perù“, ci ha confidato Il Pippega. “Le scelte dei giocatori e delle wild card non sono state casuali. Abbiamo uomini con testa, mentalità e cuore speciali, che hanno già condiviso diverse esperienze con me. E non è un caso”, ha aggiunto.

Verso la fine dell’intervista, ci siamo lasciati andare in curiosità, pronostici, ma soprattutto sul mercato: “Ho parlato con il manager di Bonucci ma prima di una certa data non può liberarsi. Per il Mondiale avevamo contattato anche Sebastian Giovinco, che era però impegnato. A me piacciono i giocatori tecnici come lui, Di Natale, Mascara. Posso dirvi che abbiamo ancora due sorprese: una la vedrete alla prima partita, l’altra più avanti“. E con i pronostici conclude: “È presto per dire chi ci stupirà. Noi abbiamo vinto le nostre amichevoli e stiamo bene. Per ora dico che oltre agli AlpaK, vanno al Mondiale per Club della Kings League F.C. Zeta, Gear7 e Circus. Una promessa? Voglio vedere i miei ragazzi sognare e gioire per tutti gli sforzi fatti“. La Kings League ha finalmente inizio.

Simone Pagliuca

Nato nel 2001 con origini campane ma stabilito nel bresciano. Laureato in Scienze della Comunicazione, con il sogno di raccontare le emozioni che provo guardando il calcio, dai più piccoli talenti che giocano sulle spiagge fino ai campioni che calcano i più grandi stadi del mondo. Emozionarmi per emozionare: un "uno-due" che, si spera, possa andare in gol.

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