Un fenomeno mediatico in Spagna pronto all’espansione in giro per il mondo. La Kings League sembrava essere nata come uno scherzo, e il presidente della Liga Tebas aveva rincarato la dose definendola un circo. Ma la finale al Camp Nou della prima stagione ha messo una pietra miliare per il torneo. I 92mila di Barcellona hanno fatto capire al mondo la potenza della Kings League. La dimostrazione? Mediaset Spagna ha pagato 900mila euro per trasmettere in chiaro nel weekend una partita della Queens (torneo femminile) e della Kings League. Un sistema che ora affascina anche l’Italia.
Ma andiamo per gradi. La prima grande espansione della Kings League è avvenuta nei Paesi latini, dal Messico in giù, per ovvi motivi di lingua. Oggetto della prima esportazione è stato proprio il Centro America con la scelta di Juan Guarnizo come presidente della squadra degli Aniquiladores, finalista della prima edizione. Per chi non lo conoscesse, Guarnizo, oltre a essere lo streamer più conosciuto in Messico, è uno dei più importanti tra gli ispanici. La lingua e alcune figure di spicco come il Kun Aguero ha fatto si che la Kings League si espandesse per tutto il Sud America.
L’ambizione della Kosmos di Piqué però non si ferma al mondo spagnolo e sudamericano, ma è molto più grande. Nella stessa finale al Camp Nou aveva detto che quello era solo l’inizio di qualcosa di più grande. Non ha mai nascosto l’obiettivo di creare una vera e propria Champions League della Kings, con le varie vincitrici in giro per il mondo.
Dopo il Sudamerica, l’obiettivo più vicino è l’Europa, e l’Italia sembra la capofila. L’arrivo di Pirlo nella quinta giornata della stagione attuale potrebbe essere un segnale importante in questo senso. La strategia d’espansione è stata chiara: nel primero split c’è stato il Chicharito per il Messico, il Kun per l’Argentina (a breve anche Higuain) e Ronaldinho per il Brasile. Accelerata importante qui dove è già stata annunciata un’edizione brasiliana della Kings League, con il Gaucho e Neymar tra i presidenti. Diverso invece per il caso di Djibril Cissè, più un simbolo universale che solo francese.
Che Pirlo sia stato l’apripista italiano? Intanto i giocatori della Kings League spagnola sono entusiasti all’idea. “Non sappiamo se ci sarà mai, però sicuramente sarebbe molto bello avere una Kings League anche lì“, ci ha detto Uri Pons, compagno proprio di Pirlo nella scorsa giornata con i Jijantes. Intanto per la settima giornata è stato già annunciato un altro campione del mondo, ancora da scoprire. Che sia un altro europeo o addirittura italiano…
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