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Khedira: “La Premier League sarebbe la ciliegina sulla torta”

Sami Khedira è ai margini del progetto tecnico della Juventus, ma continua a provare una profonda gratitudine per il club. “Ci sono sempre alti e bassi nella carriera di ogni giocatore, non conosco nessuno che sia riuscito a rimanere sempre negli alti. Quando me ne andai dal Real Madrid non pensavo che sarei rimasto così a lungo: trovare un club che ti renda così felice e soddisfatto è stata una benedizione e ho solo sentimenti positivi per il tempo che ho trascorso qui, anche se suona strano adesso. Se tornassi indietro, lo rifarei” ha detto il centrocampista, in un’intervista a The Athletic.

Juventus, Khedira: "Ho passato un brutto periodo. Pronto per una nuova sfida"

“È una situazione insolita e non sono soddisfatto. Sono un tipo competitivo, voglio giocare. Quindi sto provando a cambiare questa situazione, altrimenti lascerò Torino. Non ho mai giocato in Premier League, sarebbe la ciliegina sulla torta, ci sono poche pause e molte ripartenze. Mi sto allenando per essere pronto a quell'intensità”.

Khedira: "Sogno la Premier. E non direi mai no a Mourinho"

Mourinho è diretto, pretende molto e non fa le cose a metà. Se non rendi, non ti considera ma sai che lo fa perché ti dà valore come giocatore. Il massimo non è abbastanza per lui. Sono molto contento che stia facendo bene al Tottenham, nessuno pensava che ne avesse ancora ma questo è il suo segreto: non smette mai di crederci, e ora è tornato. Sono rimasto in contatto anche con Ancelotti, lui e José sono entrambe personalità da cui ho imparato tantissimo. Hanno modi diversi di rapportarsi alla squadra ma i giocatori li amano. Allegri invece era molto duro, ma con lui si poteva parlare anche di altre cose, come i viaggi. Sono grandi allenatori perché sanno leggere le persone e mettere insieme una squadra”.

Khedira: "Colloqui con la Premier. Pirlo? Lo rispetto"

“Non è una coincidenza che Cristiano Ronaldo sia ancora al vertice, vive e respira calcio. Per lui e altri come Buffon il calcio non è un lavoro: è passione, vocazione. Non ho mai visto un giocatore mostrare una tale emozione come Gigi dopo la sconfitta col Sassuolo del 2015. Odia perdere. In quel momento la squadra ha capito che avremmo dovuto lavorare più duramente. Sapevo che era straordinariamente bravo, ma che personalità che ha: ama il calcio come non ho mai visto amarlo a nessuno”.

Redazione

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